L'unico canale promozionale che ancora funziona (poco) e' il live e solitamente queste etichette non aiutano le band a suonare dal vivo.
Risoluzione: Suonando tanto (lavoro permettendo) e bene i dischi al banchetto si vendono. Il canale di distribuzione piu' efficace e' il banchetto nostro oppure delle decine di micro-etichette D.I.Y. messe in piedi da gente che co-produce per la sola passione di farlo, rinunciando ad una parte dello stipendio per aiutare i gruppi emergenti. Dal canto mio per fare un disco non c'e' bisogno di un'etichetta. Basta stampare, scegliendo tra le mille stamperie che si trovano in rete e poi vendere, ma anche regalare o scambiare il proprio disco. Si puo' pubblicare online, eventualmente con il supporto Creative Commons, sulle poche webzine rimaste attive (Punk4free, Staypunk, Troublezine, etc...) e farsi conoscere cercando piu' che altro amicizie, piuttosto che rapporti di lavoro.
Punto Due - Gli Uffici Stampa
Caso: Il lavoro dell'ufficio stampa e' semplicemente quello di spedire pacchetti postali o mandare mail alle (pochissime) riviste e (poche) webzine che ancora recensiscono dischi underground/indie/D.I.Y.. E' infatti noto che ultimamente per avere una recensione su un giornale la band debba pagare almeno uno spazio pubblicitario: e' abbastanza normale. I giornali vendono poco e devono sostenersi in qualche modo, per cui la priorita' stabilita e':
- Major.
- Finanziatori.
- Indie/D.I.Y. (se rimane spazio e si e' fortunati).
Alcune webzine stanno adottando lo stesso concetto di lavoro, oppure sono sotterrate da dischi da recensire per cui danno priorita' ai nomi conosciuti.
Risoluzione: Sbattersi per cercare gli indirizzi dei vari magazine/webzine, andare in posta a spedire pacchi oppure mandare mail con pacchetti audio + dati (grafiche, bio, etc...), aspettare e sperare che qualcuno abbia voglia di recensire il disco in questione. Cercare infine su google se qualcosa e' uscito, perche' spesso i recensori non hanno tempo di avvertire le band che sono state recensite.
Punto Tre - Le Agenzie Di Booking
Caso: Fino a qualche anno fa sapevo che le agenzie di booking prendevano soltanto una percentuale sui compensi delle band. Non avendo mai lavorato con questi signori ora porto una testimonianza indiretta: ci sono agenzie che lavorano al contrario. Il gruppo paga un compenso per farsi trovare date da un'agenzia (il piu' delle volte anticipatamente) senza poi avere diritto ad un rimborso spese e senza avere nessun altro supporto (indicazioni su dove dormire, etc...). Addirittura mi e' giunta voce che esistono listini prezzi per suonare ai festival con gruppi di richiamo, dove la tariffa varia ovviamente in base alla posizione di supporto. Esempio: se i Deep Throat vogliono suonare prima degli S.O.D. pagano: 1.000 - una posizione prima, 500 se suonano per terz'ultimi. Superfluo dire che questa testimonianza mi ha un po' sconvolto.
Risoluzione: Anche in questo caso penso che sia piu' importante fare amicizia con le band con cui si condivide il palco e scambiarsi date fra gruppi. Se ci si impegna ad organizzare concerti e ospitare band come la nostra, sicuramente il favore verra' ricambiato. L'umanita' e' cio' che conta nella musica, che rimane comunque un mezzo di comunicazione, sia attraverso il messaggio musicale che i rapporti interpersonali fra i membri dei gruppi. Possono nascere amicizie veramente forti in questi ambienti e, come diceva Johnny Ramone, il valore di una persona e' proporzionale al numero di amici che ha.
Evitare di alimentare il mercato di questi personaggi sarebbe una buona cosa, per far si' che loro si mettano a fare un lavoro vero e che le band di supporto possano essere scelte in base ad altre motivazioni.
Punx666
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