Una buona dose di rumore che si districa in 6 tracce piu' una introduzione, che si fa strada in punta di piedi per esplodere con l'inizio di "1990".
Le prime due tracce del disco non mi hanno entusiasmato granche'; mi sono apparse ripetitive e prolisse e non dotate di particolari spunti interessanti, se non per il bel finale di basso situato alla conclusione di "Pain Multiplicator".
A destare la mia attenzione, invece e' "Resurrenction"; il brano inizia a pieno regime di violenza e velocita' e subito si presentano degli stacchi davvero interessanti che permettono alla voce, acuta e parecchio old school, di emergere e scandire le regole del gioco. Certo i riff metallusi sono sempre presenti, ma riescono a confondersi meglio nell'amalgame di suoni, rispettando l'equilibrio del pezzo.
Bello l'inizio di "Never Ending Cat" anche se un po' lunghino e ingegnosi i frequenti cambi che danno forma alla canzone, con la costante presenza del doppio pedale. Le rabbiose scariche di batteria aprono il penultimo pezzo, che si snoda con veloci giri di chitarra davvero cattivi, volando su una ritmica fulminea.
"Lago Morto" oltre ad essere i brano che chiude il disco e' anche quello che preferisco di Pain Multiplicator. L'attitudine old school fa sentire la sua voce nelle urla e nei giri di chitarra, o forse mi inganna solamente la pesante ritmica dell'italiano, che mi e' tanto cara. Fatto sta che "Lago Morto" e' diretta e concisa, come una scheggia che ti arriva dritto al cervello.
La canzoni sono terminate. Mi sono finite anche le parole. L'unica cosa che mi sento di fare e' di consigliare vivamente questo disco agli amanti del metallo che non disdegnano l'hc, affinche' possano apprezarlo appieno!
Un saluto laidi. Ci si vede in giro.
Nana

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