Una volta scontato il ritardo fisiologico nella ricezione delle novita' della musica pop (e gia' questa apertura era sintomatica di uno scarto culturale oltre il beat, oltre il pop, oltre il prog e la psichedelia) e dopo aver anche determinato finalmente la propria autonomia culturale dalle influenze esterne, nasceva l'hardcore e deflagrava in Italia una bomba musicale fatta di malcontento, superamento delle antiche ideologie, rinnovamento dell'etica della controcultura e, soprattutto, si assisteva alla nascita di piccoli ma cazzutissimi nuclei di ragazzi, a volte poco piu' che adolescenti, interessati all'autoproduzione e all'indipendenza dal mercato.
C'e' da dire che le passate esperienze politiche dei giovani italiani negli anni '70 non hanno mai smesso di gettare definitivamente la loro influenza anche nell'hardcore di dieci anni dopo. Questo non significa pero' che i punx non avessero ridefinito i loro nuovi bersagli antagonisti. Il "sistema" ora era piu' definito nel senso di tutte quelle suggestioni moderniste e postatomiche che erano pane quotidiano per i fan dei Discharge. A questo si aggiunga pure quella sensazione ansiogena da fine dell'impero, da crollo dei sistemi forti, e molto spesso pure da fall out nucleare.
Parlare dell'hardcore italiano in senso stretto e' piuttosto rischioso. Si rischia di fare dei distinguo di troppo, inutili se si pensa che in effetti l'approdo del punk e dell'hardcore in Italia e' stato fondamentalmente contemporaneo a quello della prima wave, etc. Non si dimentichi poi che i Clash che suonavano gratis con le piu' oltraggiose magliette ci arrivavano in Italia ormai a rivoluzione innescata. Chi voleva capire aveva gia' capito, insomma. E allora dagli di boicottaggio, di venduti, di 'fanculo ai Sex Pistols, etc. Ormai non c'erano piu' i punk, c'erano i punx, e le famose "credenziali dei Clash" (cit.) non fottevano piu' la nuova audience che gia' si era attrezzata con nuovo materiale sonico e ideologico.
Detto cio', la rassegna che esporro' e' ovviamente incompleta, diciamo pure parziale, strettamente limitata a quelle realta' musicali che meglio conosco e che ritengo piu' riuscite in Italia. Ricercare materiale musicale dei gruppi hardcore italiani e' ormai facilissimo non solo grazie alla rete ma anche grazie ad un recente e rinnovato interesse delle etichette indipendenti e delle distro che molto spesso si occupano di rimasterizzazioni e lussuose ristampe in vinile. I nomi li conoscete.
5° BRACCIO Prima dei Negazione erano i Quinto Braccio ad ospitare la chitarra di Tax Farano, per certi versi autentico guitar hero dell'HC italiano. Nel 2007 esce "Blackout a Torino", volume che raccoglie praticamente tutto il materiale di questa band poco piu' che amatoriale ma gia' incazzata come una bestia. Il loro primo demo e' una specie di reliquia. La naivete' con la quale intonano slogan contro la violenza nelle carceri e' allo stesso tempo emozionante e sconvolgente.
BLOODY RIOT Borgatari come pochi, i BR da Roma hanno ancora oggi da scontare presso molti punk la loro totale diffidenza verso qualsiasi ideologia precostituita, a riconfermare che se hai 18 anni e vivi in un bucio di culo di paese fa piu' effetto una canzone contro la Naja che non una contro la Nike. Recentemente il loro pressoche' totale materiale e' stato ristampato in un case ("Ardecore de Roma") in cui sono raccolti tutti i loro piu' noti anthem: da "Naja de merda" a "No eroina". Il loro stile era rozzo, rissoso, urlatissimo ma molto meno dischargiano di tanti colleghi. Forse piu' amatoriali di altri, ma il loro disagio era palpabilissimo: "Noi non siamo ne' comunisti ne' tantomeno fascisti! Siamo solo teppisti...Teppa life!".
BLUE VOMIT Anche loro torinesi, padrini dei ben piu' noti e corrosivi Nerorgasmo (che riprenderanno il classicissimo inno "Mai capirai"), i BV si distiguono per un suono amatoriale e disimpegnato, dominato dal cattivo gusto e da un odio generalizzato un tanto al chilo. Nel 2007 una ristampa omonima raccogliera' tutte le prove della band (ovviamente mai ufficiali). Adolescenti incazzati.
CANI Da Pesaro i Cani tirano fuori un Ep ("Guai a voi") da considerarsi tra i primi e piu' riusciti lavori dell'hardcore nostrano. Urlatissimi, antimilitaristi, proletari filobritannici con un pizzico di groove rock 'n' roll.
CHAIN REACTION Orgoglio barese (assieme ai Last Call), solo nel 1985 pubblicano l'Ep "Gabbie" ripercorrendo la strada dell'hardcore piu' parossistico e stridulo di band come i CCM. Ci si ricorda di loro anche solo per il Bowler studio nel quale registraranno persino Impact e I Refuse It. Periferia della periferia dell'impero, pensate un po', ma il loro Ep e' uno dei migliori dischi HC italiani di sempre. E non la sparo grossa.
CHEETAH CHROME MOTHERFUCKERS Nome assurdo, i CCM fanno parte del notissimo Granducato Hardcore, ovvero la risposta toscana al centralismo musicale di stampo milanese. Alla faccia dei dischargiani, i CCM pubblicano una sfliza di dischi (recuperateli tutti!) stortissimi e caratterizzati dal vocalismo esasperato di Syd, tra i quali spicca "Permanent scar", lo split del 1983 che condivisero con gli I Refuse It e che e' da considerarsi sicuramente una delle prime nonche' piu' convincenti prove di antagonismo hardcore italiano assieme al successivo "Into the void" del 1986. Negli USA si ricordano di loro, forse solo dopo Indigesti, Wretched e Negazione. Me cojoni.
CONTRAZIONE Torinesi, sotto contratto con Blu Bus, storica indie appartenuta agli aostani Kina, pubblicano due dischi dei quali ricorderemo soprattutto lo split coi fenomenali Franti. Ispirati, intellettuali, cinematografici (nel senso di Dziga Vertov, regista di Kinoglaz, film che da il nome al loro disco) lavorano su un hardcore gia' diluito nelle esperienze della new wave.
CONTROPOTERE Punx napoletani fuori tempo massimo, registrano un demo nel 1986 e solo nel 1989 pubblicano il loro capolavoro "Nessuna speranza, nessuna paura", crocevia di suggestioni hardcore, allucinazioni industriali e istrionismo concettuale a cui seguiranno altre due prove nei primi anni '90 all'insegna di un cyberpunk sempre piu' elaborato. Look crust, pezzi lunghissimi e voce femminile per chi ha fegato di entrare nel loro mondo.
CRASH BOX Bandiera (semi)nazionalpopolare dell'HC milanese, i CB se fossero stati un briciolo piu' noti di altri colleghi avrebbero sfondato pure ai poli. Pezzi rapidi, dinamici, melodici, evidentemente americani. Ci suonera' Massara degli Extrema alla fine degli anni '80, ultimamente e' stato pubblicato un doveroso volume antologico ma voi recuperate i primi dischi, quelli piu' HC e soprattutto il loro demo.
DECLINO Ho sempre sostenuto che la scuola torinese fosse piu' violenta e politicizzata di quella milanese. Non so se e' vero, sicuramente i Declino e tutta la scuola torinese precedente (Quinto Braccio, in cui militava Tax dei Negazione, e Blue Vomit) avevano un qualcosa che anticipa in un certo senso l'odio e quel tombale senso di disfatta dei futuri Nerorgasmo. I Declino pubblicano la loro esigua serie di Ep ma passano alla storia con lo Split coi Negazione, quel "Mucchio Selvaggio" del 1984 che manda affanculo pure gli americani. Il basso di Bernelli pulsa velocissimo, la voce e' disperata. Nel 2003 un best of raccoglie pezzi tra lo split e i due Ep "Eresia" e "Rivolta e negazione".
EU'S ARSE Il culo d'Europa e' Udine, insomma. Ancora attivi (il loro disco omonimo e' ancora del 2008), pubblicano un noto Ep, "Lo stato ha bisogno di te?", e soprattutti uno split con gli Impact di Ferrara. Evidentemente dischargiani nel suono, velocissimi, antimilitaristi e sporchissimi, hanno avuto le palle di intitolare un loro brano "L'omosessualita' non e' un reato". Per me supera pure "Nervous breakdown" dei Black Flag, fate voi.
FALL OUT Da La Spezia, i FO pubblicano uno storico Ep, "Criminal world!" (1983), e proseguono pure fino agli anni '90. Americani nel suono.
FRANTI A rigor di logica, qui non dovrebbero starci. Troppo wave, troppo celebrali, troppo tutto. Eppure, come ben pochi gruppi, solo i Franti hanno rappresentato in pieno il concetto di autoproduzione e indipendenza dal sistema speculativo delle etichette discografiche. Culminano con "Luna nera" (1983), capolavoro di sperimentazione, e stemperano il loro sound in una tavolozza fatta di folk, punk, wave e allucinazioni metropolitane. Sono in coda quando si parla di anni '80 italiani dopo Litfiba, Diaframma, etc.
I REFUSE IT Ancora Granducato Hardcore, ancora un gruppo stortissimo. Con una bella tastiera in primo piano, pubblicano uno storico Split coi CCM e si fottono il cervello con testi che oltrepassano le polemiche politiche. Di recente un Cd antologico ("Cronache del videotopo") ha provveduto a raccogliere tutto il materiale della band, importante testimone in Italia di una trascuratissima ala rumoristica e sperimentale dell'HC, figlia di Flipper e Meat Puppets. Oltre l'HC comunque, gia' nella free-form.
IMPACT Seminale band di Ferrara (ancora attiva), pubblica almeno tre dischi ed uno Split con gli Eu's Arse da mandare agli alieni. "Solo odio" del 1984 (recentemente ristampato in vinle) e "Attraverso l'involucro" del 1986 entrano nel novero delle produzioni punk migliori d'Italia. Veloci, tostissimi, urticanti, in una parola: ferraresi.
INDIGESTI Se n'e' gia' parlato qui. Recuperate TUTTO. Vercelli HC. La vocina di Rudy manda a casa il machismo di Henry Rollins.
KINA Li hanno definiti gli Husker Du italiani, ma la verita' e' che nonostante l'influenza del gruppo di Minneapolis sia stata sempre presente (sia agli esordi piu' radicalmente HC con prove come "Irreale realta'" del 1984, sia con gli episodi piu' pop-oriented), i provincialissimi Kina hanno avuto il merito di inserire nel violentissimo panorama HC medio italiano massicce dosi di melodia, di cori, di doppie voci (in perfetto stile Husker Du, appunto) e soprattutto hanno rinnovato il concetto di autoproduzione costituendo la Blu Bus, con la quale hanno anche spronato alcune interessanti realta' di meta' anni '90 (come i Tempo Zero). I dischi pescateli pure a caso, anche se forse il piu' rappresentativo e' "Se ho vinto se ho perso" del 1989. Un tuffo al cuore. I Frontiera costituiranno poi l'appendice dell'esperienza dei Kina, ancora attivi, a testimoniare una dedizione totale per il progetto Blu Bus. Aosta hardcore? Yes, we can.
NEGAZIONE Forse la band piu' rappresentativa e "professionale" dell'HC italiano. Partono da un sound incazzatissimo tipicamente torinese e guidato da un lavoro di chitarra inventivo vagamente metallizzato. La voce di Zazzo, poi, gia' e' leggenda. Dopo lo Split coi Declino e i loro primi Ep (tra cui "Tutti pazzi" del 1984), arrivano a produrre "Little dreamer" del 1988 con la tedesca We Bite, un disco che dopo il precedente e fondamentale "Lo spirito continua" (da recuperare assolutamente) porta finalmente in Italia le influenze piu' marcatamente thrash metal che l'HC americano sta conoscendo con realta' come i DRI e Suicidal Tendencies. Ciononostante, i Negazione stanno alla larga dalla tamarraggine dei suddetti gruppi portando avanti una propria formazione melodica e poetica. Forse uno di quei pochi gruppi realmente influenti sia a livello musicale che lirico. "Forse stiamo sbagliando, ma chi sara' mai l'eroe del giusto?".
NERORGASMO A ben vedere, considerando che il loro unico full lenght omonimo e' stato pubblicato solo nel 1993, non possiamo considerare i Nerorgasmo una band seminale dell'HC italiano ottantiano. La loro storia e' strettamente legata a quella dell'El Paso occupato di Torino, una delle realta' piu' attive e influenti negli anni '90, autentica fucina di band che ha avuto il merito di trasportare l'HC italiano dai fasti degli anni '80 a quella rinascita underground che si sarebbe avuta a meta' anni '90. Forti della voce e dei grandi testi del cantante Luca Abort, scomparso poi a causa dell'eroina, solo nel 1985 pubblicano un Ep dopo varie vicissitudini. Solo 4 pezzi che poi sarebbero confluiti nel loro storico album del 1993, pubblicato dopo rimaneggiamenti di formazione. Quella voce splittata su due canali, quel timbro cavernoso e rantolato, testi venati di un pessimismo privo di speranza e un generale sound cupissimo ma non schiacciante (non crust, insomma) fanno dei Nerorgasmo un'autentica anomalia del genere HC. C'e' sangue e merda nella loro musica, per dirla come loro, tanto sono oscuri quei testi. Nel 2011 FOAD ed EU '91cooperano alla pubblicazione di un lussuosissimo cofanetto contenente tutto il materiale della band, tra pubblicazioni di studio, registrazioni inedite e live (ricordiamo il celebre live all'El Paso). Ultimo grande urlo disperato del piu' originale HC ottantiano, i Nerorgasmo portano nei '90 i segni del decadimento strutturale di cio' che era e che non puo' piu' essere. Tremendamente e distopicamente punk in questo.
PEGGIO PUNX Il nome direbbe tutto, ma in realta' i PP di Alessandria si contraddistinguono per un sound elaborato e dinamico, melodico ma aggressivo, come testimoniato nel noto Ep "Disastro sonoro" del 1983. Anarcopunx crassiani, ancora nel 1992 pubblicheranno un disco con il monicker "Peggio" (e per un breve periodo ci cantera' pure Zazzo dei Negazione). "Pubblicita'-ahh ahh!"
PUTRID FEVER Ancora Toscana, ancora sonorita' atipiche. Ultimamente e' stata ristampata l'intera produzione del gruppo fiorentino su un Cd fighissimo ("Do you remember?"), ricco di note e foto. Oltre i soliti cliche', ma non troppo. Accattivanti e amatissimi.
RAPPRESAGLIA Dediti all'autoproduzione totale, i milanesi Rappresaglia pubblicano almeno due dischi degni di nota: il primo Ep (1982) e il fondamentale "Danza di guerra" (1984). Poco fa un volume antologico ("1982-1983") ha raccolto demo, brani tratti da compilation, etc. Prima piu' grezzi, poi piu' melodici ed elaborati. Culto definitivo.
RAW POWER Italiani per sbaglio (emiliani), alla larga dalla politicizzazione quasi obbligatoria per i gruppi coevi, i RP dopo un demo terremotante tirano fuori quello "Screams from the gutter" prodotto nel 1984 dall'americana Toxic Shock che ancora oggi da mal di testa a Phil Anselmo & Co. Produzioni professionali, tour di supporto ai Guns And Roses (!!!) e una platea di fan americani adoranti. Sapevano suonare, erano tecnicamente ineccepibili, ed avevano (hanno) un cantante che ha rilanciato una personalissima tecnica dello screaming nell'HC. Pochi anni fa ci ha lasciato Giuseppe Codeluppi, storico chitarrista della band, ma sono sicuro che anche da lassu' ancora stracaca in faccia i peggiori poser frangettati. Forse il gruppo HC italiano piu' noto all'estero.
SHOTGUN SOLUTION Romani de Roma, un Ep prodotto da Federico Guglielmi. Tecnici, vagamente metallizzati, chitarre coi botti.
STIGMATHE Modenesi, gia' nel 1983 pubblicano il cultissimo Ep "Suoni puri dalla liberta'", testimonianza all'amatriciana di un dark sound gia' debitore delle esperienze post-punk delle "creature simili" dei paesi piu' all'avanguardia. Un vocalismo feroce e spietato, un riffing fatto di cavalcate oscure ed un pezzo finale che e' un celebre anthem scanzonato in perfetto stile HC. Nel 1985 "Lo sguardo dei morti" gia' da prova di un suono pre-crust, per cosi' dire. "Volando stanotte" e' un pezzo addirittura reggae.
UNDERAGE I piu' incazzati di tutti, i piu' genuinamente rumorosi, portabandiera proletari di un HC civile, etico e politicizzatissimo. Insomma, dei freakettoni mancati, per dirla con i detrattori. In realta' i napoletani Underage sono tra i primi in Italia a pubblicare tra 1981 e 1983 autentiche prove di un sound ispirato a Discharge e GBH ma liricamente impegnato a distinguersi dal coevo HC piu' sessista e fancazzista. Testi antimilitaristi, antifricchettoni, antiamericani, anti-tutto. "Marijuana punk" e' il loro inno definitivo e l'Ep "Africani, marocchini, terroni" mette in chiaro che l'HC a Napoli fa decisamente piu' male che a Bologna.
UPSET NOISE Oltre ad un importante split con i Warfare, gli UN di Trieste si contraddistinguono per un sound HC veramente interessante, arrembante e velocissimo, come testimoniano in "Disperazione nevrotica" del 1985. La TVOR di Stiv Vali poi si occupera' della produzione dei dischi piu' novantiani della band, gia' prossima ad un thrash metal fatto di cappellini, jeans aderenti, capelli lunghi e Gang Green a manetta.
WRETCHED Ultimi in ordine alfabetico ma principali per la definizione assoluta del sound italiano, i Wretched di Milano possono distinguersi dagli altri concorrenti gruppi HC almeno per due motivi. Uno e' l'esasperata violenza concentrata nei loro brani, al punto che molto spesso il rumore puro sovrasta tutto e manda in vacca pure la giustificata influenza dischargiana. L'altro e' la loro produttiva influenza su miriadi di band crust in tutto il mondo. Contare quanti bistecconi abbiano il loro logo tatuato sul braccio e' francamente impossibile, dato che dai Cripple Bastards ai Tragedy tutti si ricordano del vocione di Gianmario. Pubblicano numerosi dischi che consiglio di recuperare tutti, ma solo a fine carriera sperimentano un suono per certi versi affine alla coeve esperienze crust. C'e' da dire che i confusissimi esordi pero' hanno un fascino irresistibile. Nel 1982 splittano un singolo con gli Indigesti e praticamente danno inizio all'HC in Italia. Si segnala inoltre "Libero di vivere, libero di morire" del 1984, autentico tornado di emozioni forti.
Chissa' quanti gruppi ho dimenticato, non me ne vogliate.
Chiunque voglia interessarsi di piu' all'hardcore italiano non ha che da digitare le solite due-tre parole chiave piu' ricorrenti in questo speciale listone: "hard" e "core". Consiglio di consultare il sito Lovehate80.it, curato da autentici tesorieri del punk italiano e distributori del notissimo "TVOR 1980-1985. Storia di una caoszine", che raccoglie tutte le pubblicazioni della 'zine "Teste vuote ossa rotte" con un'impaginazione all'avanguardia e centinaia di foto. Tempo fa oltre al notissimo "I ragazzi del mucchio" (Sironi Editore) di Silvio Bernelli (ex-Declino, ex-Indigesti) e' stato ristampato anche il fondamentale "Costretti a sanguinare. Romanzo sul punk 1977-1984" addirittura da Einaudi. L'autore Marco Philopat penetra con una narrazione atipica e coinvolgente le storiacce del punk milanese dalle prime esperienze con le fanzine punk (Cattaneo e Red Ronnie) ai giorni dello smantellamento del Virus nella sede storica di Via Correggio. Non faccio troppi complimenti a uno come Philopat senza mai aver letto prima Dostojewski, ma bisogna dire che tra le testimonianze del punk italiano questa e' una delle piu' eloquenti e riuscite. Ricordo anche il sito dei Negazione e degli Impact, quello degli Eu's Arse e di moltissimi altri. Le distro e le indie sono molte, poi: S.O.A., E.U. '91 (l'etichetta di Giulio dei Cripple), F.O.A.D. le piu' impegnate. Negli ultimi anni sembra che siano proliferate moltissimo le piccolissime etichette che si occupano della ristampe del vecchio materiale. DIY ovunque.
Soli in un abbraccio disperato
non rimarra' niente di quello che siamo
ribelli al nostro destino
piccola minaccia in un tempo sbagliato.
"Un amaro sorriso", Negazione, 1986.
Nunzio Lamonaca
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Fonte:
Speciale Hardcore Italiano '80 - Prima Parte (di Metal Skunk)
Speciale Hardcore Italiano '80 - Seconda Parte (di Metal Skunk)
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