Manuela non sapeva baciare. Ficcava la lingua timidamente nella mia bocca per poi muoverla a caso senza un minimo di passione. Continuava pero' a dirmi che le sarebbe piaciuto fare una cosa con me. Non ti dico cosa finche' non siamo soli, mi disse per telefono. Cosi' qualche giorno dopo la portai a casa di mia nonna. Lei indossava una canottiera forata che lasciava intravedere il reggiseno. Un camionista le fischio' dietro appena scese dall'autobus. Entrammo in casa e ci precipitammo in camera da letto.
Iniziammo a baciarci. Io le toccavo avidamente quelle tettone che a malapena riuscivo ad agguantare con una mano sola. Le sbirciai dentro i pantaloni per vedere di che colore avesse le mutande. Erano nere e di pizzo come il reggiseno, segno di un certo stile. Dopo un bel po' di colpi di lingua non sapevo piu' cosa fare.
Manuela mi chiese quindi se volevo sapere cos'era quella cosa che voleva fare con me. Io pensai che la questione fosse gia' risolta. Invece la stangona tiro' fuori dal portafoglio una bustina di carta dicendo Dentro c'e' un indovinello. Ora pero' dobbiamo andare, mia madre mi fa stare fuori solo un paio d'ore al giorno. La accompagnai alla fermata dell'autobus e aprii subito dopo la bustina di carta. Dentro c'era un biglietto rosa con scritto Io vorrei tanto S _ _ _ _ _ E al centro di vari cuoricini e T.v.b. Esisteranno mille parole che possano risolvere l'indovinello. Scopare pero' mi venne in mente per prima. Non poteva essere vero. Cosi' passai due giorni ad arrovellarmi il cervello per trovare una soluzione piu' plausibile.
Ci trovammo da soli una seconda volta, sempre a casa di mia nonna. Manuela mi chiese subito se avessi risolto il suo indovinello. Non potevo dirle qual era l'unica parola che mi era venuta in mente, detta poi in un modo cosi' volgare. Una ragazza di quattordici anni, perlomeno in quegli anni, non usava un linguaggio del genere, figurarsi al primo appuntamento in liberta' con un ragazzo poco piu' grande. Lei sorrise, non aggiunse altro. Cominciammo a baciarci stesi sul letto. Stava lentamente migliorando. Quel giorno indossava un top bianco senza reggiseno, sembrava dovesse bucarlo da un momento all'altro con i suoi capezzoli grossi e duri. Essendo estate Manuela non portava calze e la sua minigonna, microscopica in confronto alle gambe, mi permise di sbirciare la' sotto. Mi sembro' che fosse senza mutande, ma magari indossava un tanga di pelo rosso.
Appena prima di salire sull'autobus mi diede un'altra bustina di carta. Mi bacio' sulla fronte (in piedi le arrivavo alle tette) e aggiunse poche parole che mi fecero bruciare lo stomaco Domani parto per le vacanze estive, tornero' a Settembre. La salutai trattenendo una lacrima. La guardai andarsene sull'autobus. Aveva ancora i capezzoli duri. Sapevo che non l'avrei piu' rivista. Non so perche', ma me lo sentivo.
A testa bassa mi avviai verso casa. Aprii la seconda bustina di carta e ci trovai dentro un involucro di alluminio luccicante. Lo scartai e ne usci' qualcosa di unto, gommoso, molliccio e profumato. Era un preservativo alla fragola. Nel biglietto rosa questa volta c'era scritto Ora hai risolto l'indovinello?
Punx666
.NOTA.
Paolo Merenda vive in una citta' quieta, avvolta nella nebbia, ed e' nato nell'anno della frutta fresca per verdure marce. E' un artigiano e suona hardcore punk dal 1997. Attualmente canta nei Deep Throat. Ha pubblicato i romanzi Le Occasioni Perdute e L'Angelo Punk.
.LINKS.
Facebook: https://www.facebook.com/paolo.merenda
E-mail: