Devo dire che questo sei tracce (sembrerebbe essere un Ep) sono molto particolari, a partire dalla cover in bianco e nero che ritrae questa costruzione semi-diroccata che fa' intendere benissimo il contenuto del lavoro, rabbioso e disperato.
Le tracce sono titolate con numeri romani non in successione tra loro, come a far intendere la confusione globale che il sistema intorno a noi ci costringe a subire.
L'apertura affidata a "II" lascia subito intravedere il sound del gruppo, male registrato, schietto e rude; la voce e' incazzata, trasuda nichilismo e rabbia da ogni fottuto poro, ed e' certamente in linea con lo strumentale. La chitarra e la batteria svolgono il loro sporco lavoro in maniera quasi elementare, e regalano strascichi di dissonanza piacevolissimi.
"V" e' il pezzo migliore sia testualmente che musicalmente, piu' che altro nella parte lenta della traccia, dopo i cinquanta secondi.
"Intermission" e' un rumore di fondo, nient'altro, ottimo pero' come stacco per presentare poi i restanti tre brani che cavalcano l'onda del loro hardcore lento ma aggressivo gia' espletato prima.
Questo gruppo punta essenzialmente sulla sostanza dei loro testi, classici e non banali, che li annovera certamente tra i gruppi degni di nota.
Sarebbe bello vederli e riuscire a pogare, perche' finisce sempre che ai concertini di gruppi cosi' come Kappa Kappa Kappa o Karcavejia (tanto per citarne qualcuno) nessuno sfoghi rabbia sotto palco. Non capisco davvero il perche'. Sono tutti valevoli gruppi e meritano il calore del pubbico per andare avanti, ed anche questi Ultimogiro fanno sicuramente parte della cerchia.
Speriamo. Oi!
fabio HC

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