Fin dal primo ascolto, piu' che avermi fatto pensare ai classici d'oltremanica o all'oi! italiano, mi ha ricordato gruppi americani di punk/oi! grezzo come i validi Bonecrusher o ancor di piu' alcune bands apparse sulle storiche raccolte di Oi! a stelle e strisce della Link records, su tutti gli Immoral Discipline di Washington DC, anche per via di una certa similitudine nella voce. I testi sono in inglese e non vertono principalmente sul calcio, quindi non fatevi ingannare dal titolo e dalla copertina! La registrazione e' ruvida ma piu' che passabile.
Due pezzi sono delle cover: "Nichilistaggio" dei Nabat (velocizzata e poco riuscita) e la insolita "Lost Cause" dei Prowlers (l'ultima volta che ho sentito un loro pezzo risale a quando li vidi dal vivo nel loro penso unico tour in Italia; mi ero nel frattempo - 14 o 15 anni - pressoche' dimenticato della loro esistenza!).
Un pezzo invece che un po' si distacca dal loro suono e' invece "I Don't Give A Damn", dova la melodia trova maggiore spazio, Qua e la' spunta anche qualche influenza hc: l'attacco di "To Kill Her" e' quello di "Rise Above" dei Black Flag.
Nel complesso questo lavoro, pur non avendomi fatto saltare dalla sedia, non e' malvagio, anche perche' suona piuttosto insolito rispetto alle produzioni italiane che spesso finiscono per richiamare alla mente sempre i soliti nomi.
Marco

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