Sicuramente già da questa cover ci catapultiamo negli anni '90 (come tra l'altro si autodefiniscono loro stessi) nell'essenza di quella che e' la musica che ci propongono, un emotional hardcore parecchio incazzato con qualche influenza metal qua e la', che si rifa' ai grandi gruppi soprattutto nostrani che appunto negli anni a cavallo tra il '90 e il 2000 han lasciato un solco profondo e ben definito nell'hardcore.
Possiamo citare Kafka, PHP, Govinda HCP, Sottopressione, Arturo, No Choice, BelliCosi...tutte band che han scritto un pezzetto di storia underground italiana e lasciato un marchio indelebile con la loro attitudine per la scena e mentalita'.
Sei tracce, poco piu' di 20 minuti di vero hardcore emozionale, grezzo e urlato che sa di passione, sudore, emozione, rabbia, frustrazione e si potrebbe andare avanti con la lista. Certo e' che a primo impatto mi hanno colpito non poco intanto per il genere proposto, poi come impatto sonoro e fruibilita' delle canzoni.
Per il genere perche', come spesso accade a chi si cimenta in questo emotional-hc, si rischia di cadere nel banale e venire risucchiati dal gran numero di band che lo propongono risultando poco incisivi (non e' sicuramente il loro caso); poi per il suono perche' oltre a pestare parecchio sugli strumenti, ci sanno fare anche a livello di composizione delle varie tracce che riescono a distaccarsi una dall'altra, risultando sempre varie e piacevoli all'ascolto (anche ripetuto piu' volte!).
22 minuti che scorrono in un lampo tra voci urlate e cori sempre azzeccati, accellerazioni e momenti piu' riflessivi dove troviamo anche qualche pezzetto con voce pulita in alternanza con lo scream (in inglese a parte qualche strofa in italiano), con delle influenze per il genere proposto in cui mi vengono in mente i Violent Breakfast, i Raein ed anche i potentissimi Machine Head.
Le due tracks piu' d'impatto sono sicuramente la seconda "Sickness", che contiene dei cori pazzeschi e una sfuriata granitica di batteria verso la parte finale veramente notevole e la sesta ed ultima "Another Breath", forse la migliore del lotto, che nonostante la durata di ben 6 minuti riesce nell'impresa di non far annoiare ed anzi, grazie ai continui cambi di tempo e alla parte centrale rallentata molto cadenzata e cantata in italiano ("denti affilati ma senza esperienza // pronti a cadere per far spazio a nuove zanne // per nutrirsi cosi' di nuovi sentimenti"), ti fa venire voglia di squotere la testa e ballare!
In finale possiamo dire che se questo demo sara' solo un trampolino di lancio siamo ansiosi di ascoltare cosa ci proporranno nelle prossime uscite. La scena ha bisogno anche e soprattutto di gruppi come iBreatheYouDie genuini, passionali, old school e con quell'attitudine/mentalita' hc che li contraddistingue.
Da seguire assolutamente!
Nene

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