In questa mia seconda recensione per questo sito di sedicenti seguaci dell'Idea mi appresto a giudicare, senza alcun ritegno o abilita', un gruppo proveniente da Chivasso; una grigia cittadinina che guarda da poco piu' in alto Torino.
I quattro componenti del gruppo, di cui fanno parte un pazzo ed un pugile (quindi io farei attenzione nei primi approcci), sfornano questo loro primo lavoro dopo ore di sala prove. Qualche orecchio fino potrebbe anche notare qualche affinita' con gli Arroganza, e non avrebbe del tutto torto, dato che i componenti dei due gruppi sono quasi del tutto uguali, anche se non per questo gli stili si assomigliano pedestramente.
Cominciando a sentire i primi pezzi dei tredici presenti nell'album salta subito all'orecchio la buona qualita' di registrazione (probabilmente dovuta alla registrazione separata), che si puo' apprezzare per tutta la durata dell'ascolto. Sperando che gli Adrenocore siano cosi', o quasi, puliti anche sul palco.
Ma andiamo ad vedere piu' da vicino i pezzi.
In "1000 euro" e' decisamente pregevole la parte finale, in cui la voce e' ben sincronizzata con la musica, forse solamente l'accenno ad una vocalizzazione proprio nella chiusura del pezzo e' un po' eccessivo.
Il secondo pezzo, "Sicuro", si apre con un semi-parlato e cori di sottofondo che sovrastano un po' troppo la voce del cantante, il resto del pezzo si alterna in fasi piu' ritmate intermezzate ad ossessive ripetizioni, che rendono bene il significato di sottofondo della canzone. Il punto di forza in "Anima nera" e' la conclusione esclusivamente strumentale, che lascia un po' di respiro all'album e riprende l'inizio del pezzo successivo.
Ne "Il silenzio eterno" invece i cori son ben riusciti e studiati; la parte centrale, ritmata dalla batteria ben accompagnata da basso e chitarra, e' apprezzabile. In "Uomo attrezzo" l'alternanza o la compresenza di voce principale e cori e' molto incisiva, ma il resto del pezzo lascia un retrogusto di frammentazione e di brevita', che purtroppo abbassa un po' il livello del brano.
"In coma" e' segnata da un crescere ed un decrescere della velocita', interessante l'idea, eseguita, pero', senza troppa linearita'; in questo brano si puo' ascoltare un buon uso delle pause, non capisco perche' sono usate cosi' raramente negli altri pezzi, dato che sono proprio queste ultime a salvare i pezzo in questione.
Le primissime battute iniziali di "Necrosi" portano piacevolmente alla mente reminescenze torinesi e similitudini con gli storici Nerorgasmo, poi lo stile del pezzo cambia e segue quello dei suoi coinquilini. In "Lobotomia" si lascia spazio alla chitarra per un timido accenno ad uno pseudo-assolo.
"Odio il tuo benessere" e' uno dei pezzi piu' lunghi dell'album, bello il pezzo centrale; il testo disilluso non lascia spazio alla trita e ritrita retorica in cui si rischia di cadere trattando questi argomenti. Il pezzo musicale di "Disgusto cronico" spezza efficacemente il brano. "Carne" ed "Animale domestico" sono sorrette dalle parti parlate accompagnate da una veloce batteria.
Il cd si chiude con "Sterile", il pezzo migliore e piu' lungo dell'album, trainato con successo dalla voce di Frenchi, molto bello ed abbastanza originale nella composizione.
L'album e' di un buon livello, ovviamente alcuni miglioramenti sono possibili, ma credo e spero che non tarderanno a vedersi in futuro.
Ascoltando questo lavoro potranno essere soddisfatti, moderatamente o non, sia i cultori di un hardcore piu' tradizionale, sia quelli di un hc piu' innovativo, anche se, come direbbero i Laghetto, il gruppo non si spinge mai (purtroppo?) in sperimentazioni Stockhauseniane.
Merita l'ascolto, soprattutto in questo periodo un po' magro di nuovi gruppi degni, ed i quattro meritano supporto, quindi andateli a vedere anche dal vivo, alzando il vostro culo pesante da nerd dalla poltrona.
Fate i bravi.
riotous
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