Terminata la lezioncina di storia passiamo al concetto alla base del nome usando le parole stesse del gruppo: "[...] il concept nasce appunto da un mix di sensazioni contrastanti cui la storia fa capo, rivediamo molto un K-19 in tante persone che vogliono combattere il capitalismo e tutto cio' che ne deriva, mentre e' proprio dentro di ognuno di loro che la guerra da combattere e' in corso." Spiegato cio' meritata standing ovation per i K//19.
Passiamo a qualche info sulla band, nati a Cagliari nell'Agosto di quest'anno e composti da Riki-voce, Leo-chitarra (Stigmatized), Pietro-basso (Astio Notturno) e Manu Punx-batteria (Garrotta), i K//19 sono dediti ad un crust/d-beat nell'accezione piu' classica del genere, non cercano originalita' ma un suono collaudato di chiara matrice anni '80/'90.
Nel complesso un lavoro crudo, estremo, brutale e di impatto.
Detto questo cio' non significa che i quattro siano scarsi nell'impugnare gli strumenti, anzi la tecnica e' di ottimo livello e qua e la sono espressi in buoni e tamarrissimi riff e assolini di chitarra, la sezione ritmica sempre precisa e serrata mentre la voce e' pressante e presente nonostante costantemente urlata per tutta la durata di Total Collapse Of Society.
Insomma il disco pur non andando alla ricerca di nulla di nuovo ha il suo bell'impatto e merita di essere ascoltato soprattutto se siete cultori del genere, certo non vi aspettate qualcosa di nuovo anzi probabilmente vi lascia quel sapore di gia' sentito, poco importa soprattutto ad i K//19 che raggiungono appieno il loro obiettivo: "[...] esigenza di continuare a perpetrare un fondamentalismo puramente RAW d-beat da tempo snobbato e rimasto nei cantieri dei pochi manovali del genere".
Nell'attesa di un seguito piu' lungo godiamoci questo quarto d'ora fino in fondo!
Joel
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