Lato A - Nabat
Un canto da stadio che proviene dai ragazzi strafottenti e recidivi nelle loro convinzioni dopo tanti anni; Paolo Sollier e' l'eroe dei tre minuti della prima traccia del disco, rievocazione che riporta vividi i toni sbiaditi del calcio delle origini, vissuto da un proletario fortunato che ha potuto realizzare il suo onesto sogno, e si mantiene vicino alla sua gente sugli spalti non facendo mai mancare quel gesto del pugno chiuso che e' l'anima e il perche' del sudore versato sull'erba.
Si incrementa con il secondo brano la carica frizzante e ironica che nel primo era piu' nostalgicamente goliardica, questa volta passando a un messaggio diretto e autodescrittivo di se' stessi e del popolo skin, un incitamento diretto e dal sapore genuino, vissuto e comunicato con la rustica naturalezza di un padre/fratello.

Lato B - No More Lies
La verve di cui erano permeati Fuori Dal Coro e i lavori precedenti torna a lasciare segni significativi sul solco tracciato fin dalle origini della formazione, i cui intenti dichiarati sono stati produrre un suono che incarna la strada e il proletariato, di richiamo alla scuola hardcore east coast, intrecciandolo con la base metallica della sezione ritmica e marcandolo attraverso il timone skinhead, di cui il marinaio e' saldo portavoce di vecchia data.
Il primo brano, "La Tua Citta'", l'interpretazione di un tema cardine attraverso un timbro rotondo e riconoscibile e un carattere volto all'essenziale; le parti corali sollevano la percezione trasportando idealmente verso il pit pure da dentro un ascensore.
"Colpo Su Colpo" e' la seconda traccia, in cui le concise parole riassumono la rabbia verso il preciso obiettivo di un sistema discutibile, producendo un'ondata sferzante e muscolare nell'alternarsi di sequenze in cui la batteria rallenta raccogliendo dagli abissi la melodia della chitarra che si avvicina fino a esplodere in un nuovo tornante pestato e veloce sotto la voce cavernosa.
Secche parole che vi portino dritti all'ascolto!
Eli__Olin

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