"Ho letto spesso che gli uomini che si lavano le mani nell'innocenza, in realta' se le lavano in un catino pieno di sangue", attraverso l'incipit preso da un opera di Bertolt Brecht risulta essere un ponte per descrivere la storia che sto per raccontare. Una storia moderna dove tutti noi ci troviamo in mezzo come un pulcino nella tormenta, come fiori recisi in mezzo al terreno che si rompe internamente e labilmente.
In una societa' come la nostra che vive di funambolici proclami dall'alto di chissa' quale bocca, da mani che pregano sanguinanti e non di mani che aiutano il prossimo senza pretendere il tornaconto. Una societa' che il diverso lo accantona al margine del precipizio, ai margini di giudizi dalle proprie sedie calde di casa, una societa' che vive di pressapochismi e di esternazioni al limite del razzismo, discorsi moralisti contro il disturbo della quiete senza capire che non dovrebbe sconvolgere chi usa se stesso per portare un messaggio avanti, un grido attraverso un microfono, un grido nella folla addormentata, ci dovrebbe sconvolgere questa assenza di collettivita', questa assenza di empatia, questo dovrebbe farci urlare alla blasfemia.
Da sempre in questo paese, chi non chinava la testa veniva considerato eretico, ma credo che questa caccia alle streghe abbia una mira sbagliata, credo che fino a che vivremo nel vittimismo concettuale eclessiastico e dogmistico non saremmo mai liberi davvero. L'eroe non e' chi si traveste di tanti proclami, ma chi pone se stesso denudandosi e presentandosi per cio' che si e'. Viva chi ancora riesce ad essere fedele a se' stesso senza alcuna catena.
In questo preambolo si incastra a perfezione il nuovo lavoro dei RaW, eretici ed onesti cantori punk hc sardi.
L'etimologia del nome del gruppo prende spunto da Random Warriors, enfatizza e al contempo descrive la matrice pulsante del gruppo, plasmato e incubato dalla mente di Kambo nel lontano 2009.
La loro personale accezione del punk hc si contraddistingue mediante uno stile puramente poliedrico, eretico e sfacciato. Hardcore punk scattante e scagliato combinato da una scrittura di dissenso e beffarda contro ogni convenzionalismo della societa' moderna, debole e silente. Rumore che ha l'onere di dirottare e sconvolgere ogni falsa promulgazione propinato dal potere, per asportare tutta la melma asettica imposta dai burattinai dei palazzi di vetro. Contro ogni razzismo, ed ogni tentativo omofobo dell'uomo medio, metastasi sociale odierna qualunquista. Il loro cammino ha anche potuto contare su svariati cambi di line-up che non ha intaccato il gruppo, al contrario ne ha rafforzato la linea e lo spirito pulsante originario. Di spiccata importanza per loro l'aspetto scenico dei loro concerti sacrilego, istrionico e teatrale.
I Want The World To Be A Bar Of Star Wars e' l'ultimo lavoro, vede la co-produzione dei RaW con 5 etichette diy (Fuori Dal Cratere, Rumori In Cantina Recs, Home Mort, Fast'n'Loud Recs, Sa Manta Recs) anche grazie all'artwork curato da Kismet Hubble ci e' permesso capire cosa ci stiamo apprestando ad ascoltare, un irriverente e compulsivo punk hc beffardo ed onesto.
Linee batteristiche precise si allineano alle linee di basso schizzati e veloci, linee chitarristiche corpose e virtuose che sono guidate dalla voce irriverente e acida di Kambo, alternandosi ad una coralita' e doppia voce che, miscelandosi talmente bene da creare un unica cosa, due facce della stessa medaglia. Tutto su una base di punk hc classico sporcato di punk 77 che dona al tutto quel sapore sfacciato ed eclettico, un concentrato di rumore diretto e sparato insaporito di liriche fuori da ogni limite descrittivo.
L'album si apre con "The Land Of Sun", proiettandosi in un immaginario caro al mondo del wrestling, sottotraccia si odono riff chitarristici impulsivi che si combinano a sferzate batteristiche incisive caratteristiche del punk hc old school, che confluiscono in linee di basso e chitarra aggressive guidate dalla voce che irrompe, distrugge e riassetta, funambolica e dissacrante.
"Boring", riff di chitarra e basso combaciano e viaggiano su un tappeto di linee batteristiche pestanti in un rumore veloce e spillato che viene coordinato dalla voce che assembla e divide ma, al contempo, rimane coesa alle linee strumentali imponendosi anche grazie alla coralita' del brano. Veloce e compulsivo, una scheggia in un occhio.
"If The Cats Are United", l'intro del brano e' composto da miagolii di gatti che lasciano il posto alle linee chitarristiche che introducono il brano convergendo in linee di basso che viaggiano corpose, immettendosi nelle linee batteristiche precise e aggressive. La voce conduce violenta e imponente il flusso del brano.
"Everything Fade", linee di chitarra-basso aprono il cammino del flusso impulsivo del brano e conduce le linee batteristiche che si uniscono alla voce che enfatizza la corposita' e l'evoluzione dirompente del brano, dall'appeal punk hc diretto e sanguigno. Assumendo connotazioni quasi recitativa, il cantato a due voci imprime una vincente coralita', che vive anche di assoli chitarristici virtuosi e catchy. "I Want The World To Be A Bar Of Star Wars", fa da intro al brano frame composto da fiati e trombe che lascia il posto al brano dove linee di basso intercedono in riff chitarristici che convergono in linee batteristiche incalzanti condotte dalla voce che, dissacrante, incide con veemenza e coralita'. Scaraventando ogni limite uditivo e stilistico.
"Wish You Were Queer", brano - slogan dall'appeal unanime che viaggia su vari orizzonti musicali tra lo scumcore e hardcore punk, un inno corale antri-sessista. Le linee chitarra-basso-batteria viaggiano aggressive e dirette come un corpo esterno dentro un atomo. L'unione delle voci e il rumore-scheggia coinvolge e catalizza l'attenzione. "Worms Will Tear Us Apart", linee di basso e chitarra aprono il brano componendo il ruolo cardine del brano dove la voce ha l'onere di condurre il gioco, in una sorta di crooner punk dove esplodono parole e coralita', unione e collettivita', per poi confluire in velocita' incalzante e diretta.
"Jesus, Porn And Blasphemy", compone l'intro musicale sacro gregoriano per poi confluire in riff di chitarra che si innestano in linee di basso e batteria. Intarsiato in sottotraccia di rumori blasfemi, pornografici, sacro e profano contro la convenzionalita' uditiva e concettuale. In barba a qualsiasi limite imposto da dogmi sociali, il punk hc e' sempre stato il mezzo piu' grande per messaggi come proiettili fumanti, e' sempre stato un canale indissolubile d'espressione umana.
"The Pestilence", riff di chitarra si immettono in linee di basso e batteria, che, concubinano insieme in un brano sfacciato e diretto dove spazza via ogni cosa che trova. La voce, dissacrante e funambolica, libera e dissacrante quasi spezza in due il flusso rumoristico. "Sardinian Pride, Ebbaccagai!", riff simbiotici e funesti di chitarra, basso, batteria, aprono il brano e lasciano il posto alla voce che evoca questo brano portando alla ribalta le proprie radici sarde, un brano - inno, in salsa incalzante, acido e diretto punk hc. Un unione di elementi irriverenti e compulsivi.
"Scum", linee di chitarra confluiscono in linee di basso e batteria, sporcate e condotte dalla voce che sancisce il flusso a segmenti del brano, tutto fuorche' rassicurante ma un brano dove implode dissacrazione e velocita' come la stretta di un serpente attorno al braccio. "ロマンチスト (Romanchisuto)", brano portato al successo dagli Stalin, un gruppo punk rock giapponese attivo negli anni 80. Brano che schizza incalzante e coinvolgente, senza scimmiottare il brano degli Stalin, anzi riesce a donare uno sguardo diverso e onesto al brano. Corale e sfacciato, viaggiando piu' su lidi punk che punk hc.
Conclude l'album "Pension! Before Fashion", il brano si poggia su di un interessante lavoro di unione tra riff di chitarra, linee di basso e batteria. Il cantato corale porta all'attenzione, un introspettivo grido contro chi vive le cose solo come una moda da seguire, purtroppo anche nel punk, diventato per certi versi, o meglio per certe persone scontato di citazioni gia' trite e ritrite e clicheistiche. E' un atto modesto contro chi dissipa se stesso per sottostare a mode e canoni sociali imposti.
E' un atto onesto al reagire ad ogni imposizione, a chi ti vuole far stare ristretto in dogmi per essere accettato dalla societa'. Veloce ed esplosivo punk hc, caratterizzato da liriche oneste e da linee strumentali simbiotiche che si fondono coese ed imponenti, rendono questo brano una mina vagante in un mondo annebbiato.
In conclusione, se si va alla ricerca di un disco che possa essere impulso reattivo al piattume moderno, un impulsivo atto di reazione e consapevolezza questo album fa al caso vostro.
Irriverente e sfacciato, e' onesto nella propensione concettuale a non farsi annientare da catene costrittive che dissipano l'uomo ma un impulso a riprendersi la propria esistenza anche nei concetti che si esplicano. Eretico, istrionico e teatrale.
Porta l'ascoltatore ad ascoltarlo sino in fondo e trovarsi nuovo, e sentirsi meno amorfo e piu' vivo. Ponendosi contro ogni limite uditivo e descrittivo i RaW (Kambo - voce, Silvia - chitarra, Elvio - chitarra, Stefano - basso, Daniel Bobo - batteria, Tamy - voce) pubblicano un album corale e corposo dove l'ascoltatore non si annoia mai e dove puo' sperimentare che andare oltre ogni limite, uscire dalla propria zona di comfort rende di piu' su una matrice musicale ma anche concettuale.
E' un album coinvolgente e non chiede il permesso, ti scaraventa grazie all'umile ed effettiva espressione ed attitudine musicale del gruppo. E' impossibile non rimanere coinvolti da questo album e' fuoco contro la plasticita' di questi tempi.
Cito i brani "Everything Fade", "Pension! Before Fashion", "Wish You Were Queer", "ロマンチスト (Romanchisuto)", "Jesus, Porn And Blasphemy", rappresentano per me la vera essenza dell'album.
Consiglio agli ascoltatori di Limp Wrist, Gloss, Warpath di non perdersi assolutamente questo album.
Ms_Antrophy
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