Cio' che abbiamo vissuto sino ad ora, bloccati in una bolla ("La pandemia ha portato le persone ad essere piu' egoiste e superficiali"), a pensarci bene mi ha indotto a chiedermi poi tutta sta empatia sconvolgente c'e' stata davvero prima del 2020, onestamente no, da quando ho ricordi di respirare non l'ho vissuta piu' di tanto, fatto sta che di certo la mia generazione (quella degli anni '90) di parole pressapochiste ne ha viste molte, come ha visto il non prendere una sacrosanta posizione a furor di popolo. Certo che con l'avvento del "social" nelle nostre vite hanno messo a repentaglio il vivere quotidiano, siamo stati messi a dura prova tra l'illusione distopica di una "sincera comunicazione", tra il vedere che i valori etici e sociali sono stati sventrati da una massa di ignobili lobotomizzati al potere, dei pagliacci che si travestono da facinorosi guerrieri ma sono solo fascisti vestiti di modernita'. Il vedersi privati di spazi sociali, l'annichilimento di un intero panorama underground, il disboscamento di ideali dove il basso trovava la sua vita nella ricerca di cose semplici, di giornate a combattere un nemico che aveva nome e cognome e che aveva i connotati del capitalismo. Ci siamo trovati una societa' dove l'odio lo riversa verso il debole, il fragile, lo straniero, un'attitudine malsana che vive di un assetto amorfo e in continuo mutismo e silenzio.
Un Silenzio Vivente dei trentini Ludd va a trafiggere al ventre questo meccanismo ciclico di silenzio ed apatia che descrive la societa' odierna. Alfieri del punk hardcore guerrigliero e attivista, non le hanno mai mandate a dire, propongono una sferzante e massiccia stretta connessione sonora che unita a liriche furiose ed ardenti va a collocarsi tra punk hardcore e punk, che li ha resi dal 2003, una scheggia nel panorama underground.
Un Silenzio Vivente racconta se stesso dentro undici tracce dove, tra brani nuovi e pezzi gia' pubblicati, vanno a costruire un muro infuocato e coeso che nel punk hardcore e' avvolto come in una dimensione congeniale, dove ci si sente compresi ed i Ludd trovano la propria espressione musicale che e' pure un po' la nostra dimensione.
Undici brani veloci dove si alternano liriche guerrigliere a riff taglienti, irti e torridi, linee batteristiche precise e corrosive che si accompagnano ad un cantato a doppia voce che costruisce addosso ai brani una fuorviante matrice forte e sincronica.
Un album che e' come un cazzotto in un occhio, dove l'occhio e' qualsiasi cosa da distruggere per ricostruirlo.
"Colmare La Misura" fa da apripista all'album facendo da perfetta anteprima a cio' che stiamo per ascoltare, un brano che viaggia su di un fluido e scalpitante punk hc dove tra riff corposi e linee di batteria pungente trovano luogo e spazio urla che gelano il cuore. Tra espedienti piu' o meno mordaci ed impetuosi spiccano brani come "La Frontiera", linee di basso fulgide compongono lo scheletro del pezzo che insieme al doppio cantato vibrante va a formare un interfaccia infervorato dove i riff, pieni e schiaccianti, si accompagnano a linee di batteria scalpitante e acidula, un sprazzo d'alba in un cielo plumbeo; e "Omaggio", che chiude il full length, un brano scheggia urlato e intenso si arrovella tra velocita' taglienti ed invettive concettuali.
Immediato e risplendente, Un Silenzio Vivente, e' un album che si ascolta tutto d'un fiato, violento ed infuocato, bello tirato e veloce come una scheggia ancor piena di fuoco che brucia in un occhio.
A fine ascolto ti invade una certa riflessione e la speranza di un orizzonte, una dimensione che vorremmo vedere.
Un mondo all'altezza di una certa etica e che porti rispetto ad ogni essere umano, chiunque esso sia, qualsiasi colore sia.
Un mondo dritto e fiero che si mostri in piedi contro il nulla che avanza.
Consiglio agli ascoltatori di By All Means, Vivere Merda, RAF Punk di non perdersi assolutamente questo disco.
Ms_Antrophy

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