Abbiamo trascorso un anno e mezzo tra rantoli e speranze, dubbi silenzi e voglia di urlare che ci hanno fatto comprendere quanto in realta' mettere in pausa una vita intera sia quasi impossibile, e abbiamo capito che a volte guardare in faccia il nostro passato ci permette di vivere il presente senza autodistruggersi.
Cosi' quando mi e' stata proposta la recensione al nuovo LP dei Tear Me Down, ho ripensato alla me del passato di quel lontano 1994, anno della fondazione del gruppo laziale, nell'atto di far a mio modo un punto di bilancio della mia storia personale che si e' incontrata con la storia dei Tear Me Down, molti anni fa quando da Roma misi radici in Tuscia.
Dal 1994 hanno visto cambiare la loro pelle e guardare il tempo passato come gli anelli di accrescimento di un albero, cercando di non uscire mai da quell'attitutidine diy, anticapitalista e antirazzista dei primi tempi.
Fautori di un punk hardcore militante, scattante e totalmente schierato, che tra affondi e ciclici blastbeat sputavano rabbia col coltello tra i denti, un calcio alla corte della medievale e papale Viterbo. Un gruppo che non ha certo bisogno di presentazioni ma che e' stato nell'arco degli anni pistillo infuocato che ha contribuito ad essere fonte d'ispirazione per molte generazioni di punk.
Un progetto che nasce per creare un muro sonoro attraverso il punk hardcore per canalizzare la propria rabbia verso la realta' circostante apatica e vomitare odio verso una classe sociale inappetente e soporifera.
Vent'anni di lotte brucianti, si ritrovano ancora ad odiare ed urlare il dissenso verso una societa' inetta e qualunquista, vibranti di un'attitudine che li ha portati, piece by piece a non cadere nel mostro clicheistico delle meteore.
Solchi e' un LP raccolta in edizione gatefold che e' frutto della collaborazione tra i Tear Me Down e l'etichetta cremonese Anfibio Records. Tredici brani che il gruppo ha voluto ri-registrare, al HombreLobo Studio da Valerio Fisik, la copertina curata da Adriano (chitarrista del gruppo) mostra appunto gli anelli circolari degli alberi, gli anni passati e il presente da tener conto.
Attraverso un flusso sempre prepotente che confluisce in tredici puntine d'acciaio di punk hardcore diretto ed ostile che dentro riff calzanti di chitarra, linee di basso melmose, blastbeat pieni e saturi e voce graffiata ed arcigna trovano il proprio perimetro dimensionale. Trovando brani che molti di noi conoscono a memoria come i propri nomi, in veste rinnovata come una polaroid pixelata. E' l'occasione di riascoltare un pezzo di vita e di come attraverso testi diretti si trovi un riflesso totale repulsivo di questa societa'. L'occasione di riascoltare cavalli liberi come "Hipster Di Merda", costruito su riff melmosi avvolto in giri di basso fangoso che di spezza nella voce acida, brani icona come "10, 100, 1000 Acca Larentia", o brani che porto nel cuore come la mia coperta di Linus della me adolescente come "Come L'Inferno Potrebbe Essere Peggiore?".
Trovandosi scorrere il tempo, bpm, come gli anni, e' un LP che scorre fluente e scattante. A parte il non aver compreso appieno la loro esigenza di ri-registrare il materiale, Solchi e' qualcosa di importante per la produzione musicale del gruppo, qualcosa che va a fare un certo bilancio tra passato e presente e avvenire.
Parafrasando il gruppo "Tutt'oggi sono la legna che brucia sotto i palchi, il nostro passato, il nostro presente".
Staremo a vedere cosa attende loro sul loro selciato, per molti romani (come me) si avra' l'occasione di vederli al Marci su Roma, il 6 Novembre. Per il resto, come diceva qualcuno tanti anni fa...
...The future is unwritten...
Ms_Antrophy

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