Visioni da ricostruire, per liberarci dai roditori in giacca e manganello per aprirsi ad una nuova cognizione dove riusciamo a capire e non farci soffiare da sotto il naso la vita, da certi venditori di fumo vestiti di belle parole.
Mantenersi a galla per sopravvivere al nulla cosmico dei salotti in prima tv o per dissentire verso una societa' che si permette di tacere davanti l'ennesima morte di un ragazzino di sedici anni, ma che alza la voce per cose piu' blande.
Sopravvivere con onesta' ad un orda di zombie lobotomizzati attaccati al delivery sociale.
I Strebla, quartetto post hardcore/noise rock pugliese, al loro primo full length, cercano di sensibilizzare ed esternare proprio questa rabbia sociale attraverso urla e dissonanze sonore sotto ogni punto di vista. Li ho menzionati sul sito precedentemente in merito ad un interessantissimo featuring nel disco degli Antidigos (L'Amor Mio Non Muore, 2021), attivi dal 2018, hanno plasmato questo gruppo per creare uno nuovo he avesse un piglio piu' furioso e spinto dei loro precedenti progetti.
E' l'incontro di quattro persone che iniziano un percorso, con la giusta consapevolezza di partire da zero macinando live e scrivendo anche in maniera diretta e coincisa senza tanti giri di parole o frasi fatte. Hanno dimostrato sin da subito di avere stoffa per sopravvivere alla trincea del panorama underground che a volte vede scontrarsi solo tante meteore.
Liriche crude in cui il gruppo esplora anche la propria espressivita' e visione di cose, il gruppo costruisce e plasma qualcosa di molto personale e interessante che riesce ad uscire da quel cliche' del sound unico, proponendo uno stile eclettico fatto di tante minuziose virgole e segmenti post hardcore furiosi spezzati da soluzioni grind, sludge atmosferico e per proiettarsi dentro scelte affini all'harsh noise e mathcore. Cemento e' il loro full length di debutto, pubblicato a Giugno dello scorso anno accompagnati da una cospirazione di label indipendenti (Bari Hardcore, Vollmer Industries, Rodomonte Dischi, The Ghost Is Clear Records, Zero Produzioni, troppistruzzi, 1a0) registrato in sala prove sotterranea.
L'album e' un concentrato di rumori e sonorita' ostili, tra nichilismo e sonorita' lo-fi cacofoniche, un limbo di sensazioni crude e sparate senza limitazioni, vomitano rabbia devastando ogni desertificazione. Pura onesta' verbale e musicale distribuita dentro dieci tracce, tetre ma sincroniche, per ascolti asociali, nelle notti dove manco la luna ti fa compagnia.
Guidato dall opener-title track "Cemento", dopo un intro costruito su un sample, il brano si incarognisce esponendo segmenti nervosi e impetuosi costruiti su blast lancinante, riffing collerico trascinato dalla voce mefitica e acida.
Concimando un flusso sonoro alimentato da sincronismi agitati e ragionati, si alternano esempi funambolici trainati da synth, riffing fuzz da manuale ("Atrocities"), a ondate di noise corposo, oscuro e schizzato caratterizzato da plettrate coscienziose che si evolvono costruendo un andirivieni ansioso ("Rag"), ad esempi di harsh noise quasi da manuale per chi ha dimestichezza di gruppi che giocano sul synth e sui riverberi ambient noise, guidato da voce che si fa tutt'uno col suono distorto ("Someone Locked The Door") fino a costruire veri e propri anthem noise punk ("Decapito").
Brutalmente coerenti a se stessi, spinti da una forte attitudine che nel diy trova la propria espressione identitaria, Cemento e' un disco che risulta accattivante scongiurando l'effetto minestrone e riesce ad essere un'acuta visione, abbastanza realistica, di questo momento storico.
Consiglio agli ascoltatori di Man Is The Bastard, Blacklisters, Jesus Lizard, di non perdersi assolutamente questa band.
Ms_Antrophy
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