A distanza di un annetto, torniamo a parlare sul sito di una realta' francese, multietnica e col coltello tra i denti, i Krav Boca.
Avevo avuto la bella occasione di recensire Barrikade a Marzo dello scorso anno e torno di nuovo sul luogo del delitto. Il loro progetto e' uno di quei gruppi che ti si avventano al collo da quanto riescano seriamente, forse come pochi, a essere diretti e un gruppo di protesta senza subire nessun cliche'.
Attivi dal 2014, da Tolosa, Francia, e' un transculturale asteroide che nella ricerca di una dimensione colorata e incisiva ne ha fatto materia, miscelando piu' stili sonori assieme costruiscono un carnevale di sonorita' attingendo dal punk hardcore, al rock, al rap e nelle liriche ponendosi sempre contro tutti gli ismi sociali. Chitarra-basso-batteria e mandolino all'arrembaggio, contro il capitale ed uniti nell'attitudine diy ed inclusione umana.
L'occasione e' ghiotta, stavolta, lo scorso Marzo hanno pubblicato Pirate Party ultima fatica della combo francese in versione digitale ed a fine Giugno verra' distribuito in versione vinile, per la Boca Records. Un flusso sonoro distribuito dentro dieci tracce dove non mancano i punti cardine che la formazione ci ha abituato da tempo. Un compendio sonoro duttile che e' forte di quell'incessante propensione ad attingere a piu' stili, con cognizione di causa e la totale consapevolezza dei propri mezzi.
Alternandosi tra soluzioni rapcore, crossover punk rock senza disdegnare lo street punk, un multicolore e multi sfaccettato progetto sonoro, anche in questo lavoro troviamo "amici" nei featuring dell'album, un album a piu' mani, da tutto il mondo dalla Grecia, Spagna, Marocco e Canada in un avvolgente distribuzione.
Mixato e masterizzato da Vidda, corredato e guidato dall'artwork curato da Le Fluf che per l'occasione e' riuscito a creare quel qualcosa che descrive da un lato l'immaginario dei Krav Boca e dall'altro anche il vero messaggio dell'album - uniti contro gli schemi politici, repellenti alle divise e vicini alle minoranze e agli eventi del sottobosco immuni da ogni limitazione.
Dopo "Intro", traccia costruita su riff circolari ed affondi di blast, ci troviamo davanti "Nemesis" dopo un iniziale armonizzazione di un mandolino la traccia evolve dentro rapcore, dove l'incontro tra le due voci mostra la personalita' e la direzione che il gruppo intende provocare. Pertanto credo che il perno centrale dell'album sia rappresentato da "ACAB", traccia vigorosa ed incisiva, dove tra riff precisi e lineari e blast preciso, la diversita' e' fonte vitale di un'espressivita' unica e rara, diretti ed a muso duro, tratto che li caratterizza particolarmente. Alternando episodi dove il compendio sonoro sostenuto da accordi di mandolino viene spazzato via da un intenso e sinestetico rapcore ("Abyss", "Control"). "Pirate Party", titletrack che conclude l'album, e' costruita tra segmenti di chitarra - tra armoniche plettrate fluttuanti e decise, una traccia a piu' facce tra punk e street punk corredata da beat e flow rap e quella coralita', accezione tipica dello Oi! street punk. E' innegabile che le dinamiche su cui si misurano hanno una certa congruenza a un idealismo musicale e politico ed e' innegabile dar merito ai Krav Boca di rappresentare una certa coerenza, anche nelle loro pubblicazioni, che e' lodevole ed e' sempre una botta d'energia avvincente cio' che riescono a tirar fuori.
Forse come poche realta' da piu' di otto anni sono riusciti a mantenere quel filo coerente mai abbandonato, a sostegno di come abbia ancora senso evolversi musicalmente senza compromettere le proprie radici.
Un gradito ritorno.
Ms_Antrophy
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