Potreste sospettare una mia certa avversione verso bend del sud, non recensendone alcuna.
Ecco che invece questa che seguira' sara' il giusto tributo ad un grandissimo gruppo siciliano, formato a Messina nel lontano 1981.
Il disco in questione e' davvero una perla.
Suonarono, purtroppo, solo poche volte in giro, ma ci si ricorda di un concerto memorabile che avvenne al Virus di Milano durante la 3 giorni dell'Offensiva di Primavera, durante la quale mostrarono che anche giu' c'e' qualcosa da dire, riuscendo a dimostrare tanta forza e carisma.
I Uart Punk sono quanto di piu' blasfemo si possa immaginare, ma con idee ben chiare fissate nella testa.
La loro musica e' veloce, e soprattutto molto divertente in diverse occasioni, ma mantenendo sempre una determinata serieta' e schiettezza.
Spettacolare la voce di Giovanni che dimostra una grande qualita' nel saper alternare momenti di melodia a vere e propria urla sguaiate, di quelle che senti venir dal cuore, sincere.
Aneddoto simpatico e' la fondazione da parte dell'ultimo della Soglia Del Dolore, avvenuta quando si trasferi' anni piu' tardi probabilmente nel Friuli Venezia Giulia.
Tornando in Sicilia, questa produzione e' composta dalla demo di 8 pezzi e da un live di 9 registrato durante la Festa Dell'Unita', in piena sede comunista.
L'ultimo si tratta a mio avviso di un capolavoro che immortala pienamente la rabbia di questo gruppo siciliano, partendo dalla veloce "Fotti Il Sistema", un vero inno anti-statale, che ti invoglia a rifiutare il loro gioco, evitando la complicita' involontaria con azioni divenute, purtroppo, routine come la visione della televisione.
I testi sono tutti articolati secondo uno schema antagonista nei confronti di violenza sociale, del potere nucleare ("Euroshima"), della religione ("Religione, No Grazie") e del servizio di leva ("Vita Militare"), per giungere alla manifestazione sempre piu' nitida del logorante, ma incorruttibile desiderio di Anarchia nel pezzo che racchiude il loro pensiero complessivo: "Anarchia In Italia".
Nel live e' presente anche una cover di "The Prisoner" dei canadesi D.O.A. il cui testo penso fosse sconosciuto a Giovanni durante l'esecuzione, ma non per questo scemante in quanto suggestivita'.
Splendida la canzone contro l'eroina dal nome omonimo che invita, in pieno stile hardcore punk, a ribellarsi a questa nuova arma di repressione del sistema.
L'apice pero' della sincerita' e della coerenza in quanto attitudine anti-politica i Uart Punk la raggiungono a termine concerto quando Giovanni saluta tutti ricordando che la loro presenza alla Festa Dell'Unita' non implica il loro appoggio al Partito Comunista, ma la loro partecipazione e' solo dovuta alla possibilita' di suonare gratis, in modo che neanche la gente paghi per assistere all'evento, perche', a loro detta, "La Musica E' Un Diritto !"
Saggi e spettacolari sotto tutti i punti di vista: lirici e strumentali.
Spero davvero che molte piu' persone conoscano questo prodotto lodevole.
ZaZzOmArCoTaX

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