Invece spinsero, dissero una serie di sciocchezze, non sapevano neppure perche' fossero li', e nel frattempo al piano di sotto prendevano tutte le testimonianze nel computer dei legali e poi gli hard disk con quel che trovavano qui e la', immagini, video, senza sapere che molte cose erano gia' state, per fortuna, pubblicate online.
Bloccati li' guardavamo gli inseguimenti e le legnate a quegli altri che scorrevano nelle finestre a pochi metri da noi. Gli inseguimenti e le legnate. Vedemmo un corridoio che presto si coloro' di rosso sangue, come tutta la scuola, l'ingresso, i bagni, le tracce lungo le scale. Poi quei corpi devastati, li vedemmo trascinati fuori uno a uno, e urlavamo "assassini" mentre stringevamo forte i pugni e l'interesse prioritario era di raccontare, subito, a chiunque, quel che stava succedendo. Eravamo li' per questo e non c'era un momento buono per la commozione. Bisognava fotografare, scrivere, raccontare, che' se non raccontavamo noi non l'avrebbe fatto nessuno. Non in modo corretto. Di sicuro.
Per giustificare quel massacro si disse che li' dentro c'erano armi, prove, che poi si seppe furono introdotte da gendarmi processati, unici tra i tanti li' presenti quella sera, e mentre ragazzi e ragazze venivano condannati per un decennio almeno per una vetrina rotta, cosa inaudita e sproporzionata a prescindere dal fatto che siate d'accordo o no, applicando una norma che risale agli anni del fascismo che parla di saccheggio in tempi di guerra, questi gendarmi hanno fatto carriera, parlato, scritto, detto, continuato a fare il proprio lavoro che poi non so se smaltita la condanna continueranno a fare ancora.
Come gia' scrissi rispetto alle prime avvisaglie di processi e condanne non sono i tribunali che possono raccontarci la verita'. Quella giudiziaria e' una verita' mediata che offre un contentino su un piatto d'argento come strumento di pacificazione sociale. Perche' la democrazia e' sana, questo vorrebbero dire, e lo affermano mentre le guardie continuano a reprimere nelle piazze e le regole per censurare il dissenso sono sempre le stesse se non peggiori. Lo Stato... lo Stato. Vedete come sono brave le Istituzioni? Sanno risolvere con quelli che chiamano "mele marce" e le destinano a un breve periodo di punizione simbolica mentre compagni e compagne vengono chiusi in carcere per anni se solo osi raccontare in piazza un'altra verita' sociale.
Le istituzioni non potranno mai risarcire quella profonda ferita, quella macchia scura che parla di fascismi e di censure, di stampa di regime e destre tutte schierate a favore delle polizie contro quelli che gia' all'epoca avevano capito il profondo disastro economico verso cui stavamo andando. Le istituzioni non potranno mai risarcire la morte di Carlo. Non potranno mai colmare l'amarezza, la disillusione, il trauma, il dolore, la frammentazione successiva dei movimenti dovuta a quei partiti, come il pd, sempre presenti quando c'e' da dividere il mondo in buoni e cattivi. I buoni sono loro e gli altri militanti son cattivi, naturalmente. Sapete, vero?, che il Sabato il pd, sempre che allora si chiamasse cosi' (scusate ma le mutazioni camaleontiche di quel partito hanno confuso loro stessi, come volete me ne ricordi io?), non aderi' alla manifestazione perche' eravamo brutti, sporchi e cattivi? Segnatevelo perche' quelle sono cose che non si dimenticano.
E quel che resta, oggi, e' un dolore ancora piu' profondo, nella totale consapevolezza che nulla e' cambiato, che tanti compagni e compagne sono stati piegati, alcuni no, lottano ancora, altri invece chi lo sa, rientrati nel proprio contesto privato, e poi, giusto oggi, mentre leggo di questo arresto dei poliziotti condannati per aver introdotto prove taroccate nella scuola, cosi' da giustificare quel massacro, mi viene in mente solo il rumore di quell'elicottero che stava sulle nostre teste, ancora urla, poi le sirene, gente sanguinante portata via, la corsa per capire dove fossero finiti quelli che mancavano, e a notte fonda eravamo li', con calma, a raccogliere i resti delle persone massacrate. Gli spazzolini da denti, i documenti di identita', i sacchi a pelo, vestiti, cose vive che poi sarebbero state restituite a chi aveva dovuto lasciarle li' con la forza. E infine tutto quel sangue. Quanto sangue.
E ora ci dicono che i tizi faranno qualche mese di galera, e devono averci scambiati per fascisti perche' a persone come me, ad esempio, del fatto che 'sta gente faccia la galera, poca o tanta che sia, non me ne frega niente. Lo Stato che risarcisce se stesso perche' queste persone non sono state brave a tenere alto il buon nome delle Istituzioni. Questo gli interessa. E tutto cio' non c'entra affatto con la giustizia sociale. A me interessa che chi ha quelle responsabilita' non abbia la possibilita' di fare ancora danno a chi manifesta in piazza e poi mi interessa che si smetta di mandare in galera chi dissente, resiste e si ribella. E se anche le istituzioni facessero questo neanche allora saremmo pari. Neppure allora, di sicuro.
.RASSEGNA STAMPA.
Sintesi Sullo Stato Dei Processi E Le Condanne A Cura Della Campagna 10x100 (Genova G8 2001 Non E' Finita) (Ondarossa)
#GenovaG8: Non Potete Archiviare I Nostri Ricordi E Le Consapevolezze! (Al Di La' Del Buco)
La Repressione E Le Botte Della Polizia In Piazza E Il Victim/Blaming Politico/Sociale (Al Di La' Del Buco)
Genova, I Film, La Diaz: Paure, Rimozioni E Amnesie (Femminismo A Sud)
Genova Non Finisce: I Nostri Pensieri Sono Liberi (Femminismo A Sud)
La Vendetta E' Ora Compiuta (Femminismo A Sud)
.LINKS.
Fonte: G8 Genova: Arrestati I Poliziotti? Ma Chissenefrega! (di Al Di La' Del Buco)
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