Se dovessi immortalarli in una loro prerogativa caratteristica o descriverli in una sola parola direi senza dubbio: freschezza.
Puo' sembrare alquanto scontato parlando di un gruppo punk rock come i Meat For Dogs, in particolare se si pensa che la band in questione e' sulla scena dal 1993 ed in tutti questi anni non ha mai apportato modifiche rilevanti al suo sound, eppure non e' cosi'.
Si potrebbe considerare scontato anche il genere che suonano, le soluzioni musicali che costruiscono, i tre accordi che mettono insieme e cio' che dicono nelle loro liriche prettamente adolescenziali; si potrebbe, ma credo sia piu' appropriato chiamarla coerenza, dedizione, passione.
Infatti di passione ce ne deve volere veramente a palate per suonare in maniera cosi' genuina e vitale, proprio come nel primo album "Il Grande Bluff", dopo 8 anni dall'uscita di quest'ultimo e ben 15 anni di onorata carriera, senza perdersi per strada, senza cambiare nulla del proprio carattere e sfruttando le proprie energie sempre verso la stessa direzione; e non per carenza di voglia di innovarsi ed evolversi o quant'altro, ma semplicemente per pura fedelta'.
Credo sia questa la chiave piu' adatta per leggere in profondita' un album come "Il Gioco", fresco di stampa ed uscito per Narcolettica Rec., composto da 14 brani spensierati e frizzanti, che hanno come primo ed unico intento quello di divertire l'ascoltatore e lasciarlo con la mente sgombera dai pensieri per piu' di mezz'oretta; insomma un obbiettivo non particolarmente impegnativo ma comunque nobile.
Certo sarebbe molto piu' facile gettarli nell'immenso calderone dei soliti gruppetti scontati ed un po' tutti uguali, ma nonostante i Meat For Dogs giochino ancora a fare i "ragazzini" una grossa parte degli anni che gli son passati addosso, delle esperienze fatte e della maturita' che e' sopraggiunta come necessaria conseguenza di quest'ultime traspare evidentemente dai testi delle loro canzoni che, anche se cantate con la voce adolescenziale e trainante del vocalist Eugenio, nascondono, sotto la parvenza del puro e semplice scanzonato, una profondita' che ai primi ascolti e' davvero difficile da afferrare e solo dopo un attento e ripetuto ascolto si puo' iniziare a cogliere a pieno.
Come non leggere, ad esempio, un messaggio interiore e sentito nelle parole di "Il Gioco" ("Ti ricordi quel tempo in cui tutto sembrava soltanto un'idea, quanta forza trovavi pensando che quella era la giusta via, e negli occhi degli altri vedevi un motivo per crescere ancora, superando quei piccoli inganni e la loro insistente ironia") o anche tra le righe di "Certi Sogni" ("Io diro' che e' solo un gioco a chi mi chiedera' se per me questa passione e' qualcosa d'importante, diro' che certi sogni si realizzano e chi non ha mai smesso e' perche' ha deciso di provare").
Per il resto di pezzi ammirevoli destinati a diventare dei singoli di tutto rispetto ce ne sono in quest'album: da "Uno Come Te", incentrato maggiormente su sonorita' pop e melodiche, con tanto di chiusura su accordi acustici; "Certi Sogni", con un'apertura magistralmente guidata da schitarrate rock e batteria trascinante di queersiana memoria; "Mille Pagine", orecchiabile e sdolcinata quanto basta, come tradizione comanda ("Splendida la tua immagine vorrei scrivere mille pagine, splendida la tua immagine e negli occhi tuoi luci magiche"), come allo stesso modo si presenta l'ancor piu' veloce e fulminea "Musica" ("Mi sai far volare verso un viaggio planetare, mi sai suggerire cose che non saprei dire, mi sai consolare quando non so cosa fare, trovo tutto in te sei la mia musica"); "Luna Park", che puo' essere considerata frantumata in varie sezioni rispettivamente piu' veloci prima e piu' lente poi e caratterizzata da un ottimo assolo di chitarra centrale; fino all'immancabile conclusione tra il punk rock e lo ska "La Buona Notizia".
"Il Gioco" e' uno di quei cd da mettere su in macchina per non pensare a nulla, uno di quelli che mettono il buon umore e solo immagini positive in testa, regalando una carica ottimista non indifferente, uno di quelli che trasbordano di sincerita'; che i nostalgici ramonesiani non potranno che apprezzare, come allo stesso modo i fans degli Meat For Dogs.
Vivamente consigliato.
hyena01

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