Questo e' il piu' grande museo del punk del mondo, la piu' grande collezione esistente sulla faccia della terra. E non siamo a Berlino, ne' a Londra, ne' a Los Angeles. Sopra la porta del corridoio splende dorato il leone di San Marco, guardia silenziosa dello straordinario patrimonio conservato qui, in questo appartamento di Venezia che custodisce anche articoli rarissimi e pezzi unici. Mentre il suo direttore me ne parla gli vibra negli occhi una luce palpabile: "Questo che vedi qui e' il poster realizzato a mano per il primo concerto dei Joy Division. Lo dipinse una studentessa di Belle Arti, come vedi riciclando un largo foglio di carta su cui aveva disegnato lo schizzo di un paesaggio. Naturalmente e' un pezzo unico".
E poi master tape e l'artwork originale della copertina di "Rocket to Russia" dei Ramones con il logo di Arturo Vega, l'intera collezione di magliette del '76 di Vivienne Westwood e acetati, rarissime matrici di dischi che nei casi qui presenti non furono mai pubblicati in seguito e possono quindi essere ascoltati unicamente attraverso questi supporti sonori: "Un amico collezionista l'ha chiarito esplicitamente: se mettessimo insieme tutte le collezioni di cimeli punk del mondo, non arriveremmo a un materiale ampio quanto quello presente qui. Siamo stati fortunati perche' nel corso degli anni abbiamo acquisito anche archivi interi. Molti musicisti che tenevano tutto o di cui teneva tutto la madre hanno venduto l'archivio completo e noi l'abbiamo preso, il che ci ha facilitato molto perche' ha chiuso dei capitoli in modo immediato. Ma ti assicuro che e' stata una follia".
E che ci troviamo davanti a qualcosa di folle e' chiaro, attraversando questo appartamento stipato di una quantita' impressionante di memorabilia, mentre le sagome di cartone dei Sex Pistols ci osservano dalla vasca da bagno e alle pareti pendono artwork e poster di estrema avanguardia per l'epoca, "i primi su cui apparvero i colori fluo, dove per la prima volta i nomi di band maschili erano dipinti di rosa, creati con un lavoro certosino di cut and paste. Qui abbiamo X3, qui il grafico dei Twilight Zoners...". Ma di certo una follia bellissima, che nasce con la sincera disponibilita' a mettere a disposizione di curiosi e appassionati un lavoro di altissimo livello: "C'e' tutto cio' che riguarda tutti i passaggi epocali. Anche quelli che sembrano piccolissimi e quasi dimenticati, ma che in realta' sono epocali e provati. L'idea e' che chiunque voglia scrivere una tesi o abbia il desiderio di approfondire certi argomenti, sia dal punto di vista fotografico che da quello grafico o musicale o storico possa trovare tutto cio' che puo' immaginare su questo argomento e su tutto cio' che e' ad esso correlato".
Perche' questa e' una collezione privata, accessibile previa richiesta ai gestori del museo e che richiama soprattutto musicisti e collezionisti. Oggi, l'ampliamento della raccolta continua attraverso le grandi aste (Sotheby's e Christie's fra le prime), ma la collezione e' nata ormai qualche decennio fa, fra club londinesi raggiunti da Venezia dopo venticinque ore di treno e mercatini, frequentando chi le pagine del punk le ha scritte e chi ad esse ha contribuito. "Tutto nasce come un little step. Anche i Sex Pistols e i Ramones, che sembrano la rivoluzione, sono soltanto un gradino di questa storia. Soltanto che anche quelli che scrivono o che credono di saperne molto amplificano il merito di qualcuno per il fatto che gli mancano gli altri gradini, non hanno il collegamento. Che e' interessantissimo. Devi pensare che a meta' del '76 il punk e' una cosa che non esiste e che a meta' del '77 tutto il mondo ne parla. Migliaia di articoli su tutti i giornali del mondo, e noi li abbiamo tutti. Mi e' arrivato l'altro giorno Eva Express con un articolo sugli Incesti, unico articolo che sia mai stato pubblicato su questo gruppo punk italiano".
E' lo stesso direttore ad invitare a un chiarimento su cosa si intenda con la parola punk: "Essenzialmente, la risposta a una domanda: chi sono io. E' solamente questo. Chi sono io. Per capire chi sono io essenzialmente devo capire cosa mi piace e cosa non mi piace. Nel momento in cui ho capito cosa mi piace e cosa non mi piace ho gia' degli elementi per capire me stesso. Perche' tutte le cose che non mi piacciono messe insieme hanno un minimo comune denominatore, nel momento in cui riesco a coglierlo capisco quello che detesto. La stessa cosa vale per quelle che mi piacciono, hanno tutti un comune demnominatore e una volta che l'ho estratto capisco quello che adoro. E allora sono essenzialmente questo e sono essenzialmente il contrario di questo. E nel momento in cui ho capito questo, ho risolto il problema essenziale della vita, e cioe': non devo copiare nessuno. Posso permettermi di dire e fare quello che mi pare. Il primo singolo dei Pistols, facciata B, e' "I wanna be me". La ricerca di te stesso. E quindi il punk e' questo e questo e' essenzialmente il suo valore: come tutte le avanguardie storiche, cercava di esprimere qualcosa che nessuno aveva espresso prima".
Qui la storia del punk si respira in ogni angolo, diffusa sopra ogni cosa come una passione estrema, coltivata con dedizione e pazienza. "Ma non e' solo questo" chiarisce Mario. Perche' "di sicuro servono impegno e dedizione per creare una cosa del genere. Ma anche tanta, tanta gentilezza, quando parli con le persone, quando ti rapporti con loro". E se lo dice il direttore del museo del punk piu' completo e grande del pianeta, ci possiamo fidare.
Per ulteriori informazioni trovate qui il sito del museo, nel quale e' possibile anche prendere visione di parte del materiale presente.
Giulia Callino
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Fonte: Il Piu' Grande Museo Del Punk Al Mondo E' A Venezia, E Noi Lo Abbiamo Visitato (di Rockit)
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