Un marchio indelebile che tutt'ora riesce a descrivere quello stato primitivo di ribellione che pochi gruppi hanno saputo raccontare.
I Kina, sono attualmente una di quelle band che hanno instillato generazioni di punk a creare, sperimentare, esprimere il proprio dissenso sociale attraverso la musica. La loro produzione musicale non e' solo fonte di ispirazione espressiva e compositiva ma anche un atavica ricerca attraverso liriche elegiache istintive ed empatiche di se' stessi attraverso il punk hardcore. Produzione musicale che ha creato un vero e proprio ramo musicale: il punk hc melodico, poetico e diretto.
Attivi dal 1982, questo power trio, dalle terre valdostane, "gli Husker Du delle montagne", come li chiamavano all'epoca, sono riusciti a scrivere una nuova storia e disegnare nuove rotte e sfumature dove il mondo disegnava "confini". Nell'arco della loro storia hanno contribuito a diventare un perno dove l'attitudine diy punk era il mezzo per comunicare la propria rabbia.
Nemo Propheta in Patria in questa storia assume connotazioni reali, piu' celebrati all'estero che in Italia, ma con le unghie e con una grande umilta' hanno saputo guadagnarsi il giusto risalto. Sin dal primo disco (Irreale Realta', 1985), hanno manifestato da subito cosa avevano da dire, tra la ribellione verso un mondo non inclusivo e superficiale e la necessita' di parlare, urlare per non soccombere alle invettive odierne sociali. Costruendo un progetto che e' la commistione di liriche direzionali di cuore e soluzioni punk hc. Cercando (1986), autoprodotto dalla band e la Blu Bus Record, e' un album crepuscolare, figlio del periodo che si stava vivendo, meno veloce del precedente e piu' melodico che ha in se' brani icona come "Sabbie Mobili" e "Cercando". Troppo Lontano (1987) disco struggente e cantautorale, Se Ho Vinto Se Ho Perso (1989), l'album degli album, che ha saputo rispecchiare le idee dei Kina, nell'atto di descrivere una pura ricerca personale espressiva, che unisse la crudezza del punk hardcore e la poesia delle liriche proposte, un album che scava dentro fino al punto piu' intimo di noi stessi. Parlami Ancora (1992), trascinante ed aggressivo, che ha contribuito a far emergere piu' che mai la schiettezza e la chiarezza del mezzo espressivo. Citta' Invisibili (1997) ha definitivamente marchiato il loro nome dentro il cuore di molte persone.
Tornati insieme dopo molti anni nel 2019 presentando il film documentario in giro per l'Italia hanno dimostrato e mostrato, che certe cose non si fermano mai al passato. Ho avuto una grande occasione, quella di vederli suonare nel 2019, al Tuscia Hardcore Fest al Csoa Valle Faul a Viterbo, e una delle cose che mi e' rimasta piu' impressa e' stato l'impatto sonoro espressivo ed emotivo, sembrava che il tempo si fosse fermato. Il Csoa Valle Faul sembrava il Virus, vedere giovani generazioni piangere sul finale di "Questi Anni" non ha e avuto prezzo, ma soprattutto cio' che colpisce dei Kina e' l'umilta' sconvolgente, di chi conosce quanti chilometri ha fatto e non si sente ancora arrivato. Senza fermarsi mai, senza chinare il capo mai, i Kina sono e saranno per sempre un bagliore propulsivo del nostro paese.
...Questi anni stan correndo via
Come macchine impazzite, li senti arrivare
Ti volti e son gia' lontani...
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Kina Retrospettiva Discografica
Kina Retrospettiva Discografica
In occasione dell'uscita del libro Questi Anni, libro di sessanta pagine che contiene foto, testi, interviste, curato dal collettivo Stella Nera, un cd di un ora abbondante di registrazioni tratte dal reunion tour del 2019, dove il trio di Aosta ha girato l'Italia presentando anche il doc-film Se Ho Vinto, Se Ho Perso di Gianluca Rossi, e un dvd del film, colgo questa bella occasione di poter parlare dei Kina.
Sulle nostre pagine, per la prima volta, ho una grande opportunit', quella di rendere omaggio ad un diamante che l'underground italico ha visto brillare e, che, a distanza di tempo, vede ancora brillare. Come molti gruppi punk hardcore dei smaglianti anni 80-90, sono stati dei punti di riferimento nevralgico di quel panorama impenetrabile e immacolato che e' l'hardore italiano, dove lo scorrere del tempo ha solo contribuito a lasciare un impronta marchiata sul petto.