Questi Coda Di Lupo sono amici stretti dei Frontiera (il che dovrebbe gia' essere una recensione sufficiente) e dai loro cuginetti valdostani hanno imparato molto, in primis la ricerca di un proprio stile, lontano dal solito cliche' del punk hardcore, ma piuttosto imputtanito (nel senso migliore del termine) con ombre di combat-rock, di pop-folk cantautorale e di un po' d'immancabile punk rock.
Ci tengo subito a far notare che il nome "Coda Di Lupo" e' preso dal titolo di una delle piu' belle canzoni dell'immenso Fabrizio De Andre', di cui tutti i quattro componenti del gruppo sono grandi fans e dal quale cercano in qualche modo di prendere spunto per le liriche: si sente spesso, infatti, una marcata vocazione poetica nei testi, si reincontra volentieri quel modo di utilizzare le parole per dipingere piu' che per raccontare, per generare immagini nella mente di chi ascolta piu' che per creare un significato unico. Un modo di fare tipico anche del cantautore genovese.
Il pezzo piu' riuscito di "Il Primo Passo" e', secondo me, il catastrofico "Rovine": introdotto da una citazione presa dal suggestivo "28 Giorni Dopo" (dello stesso regista di Trainspotting), il brano ci racconta di un futuro apocalittico, nel quale nulla si e' salvato dagli sbagli dell'uomo e soltanto la terra resiste, sola, nuda e silenziosa, trafitta dalla malinconia di cio' che e' stato gettato nel cesso. "Vorrei volare un giorno in mezzo a tempeste di fango // in mezzo a tempeste nell'ultimo incanto del mondo // nell'ultimo incanto di quando alla fine del mondo // quando alla fine non manchera' che un silenzio". Veramente un bel pezzo, nel quale voce e strumenti fanno perfettamente la propria parte, senza che gli si possa obbiettare alcun "ma".
Gli altri brani si confondono un po' di piu' tra loro, nonostante mantengano comunque un livello qualitativo alto. E' forse il principale difetto del gruppo, seppur risulti essere un male condiviso da molti loro colleghi.
Un altro brano che riascolto volentieri e' "Brazil", forse ispirato dall'omonimo film di Terry Gilliam. Il basso si prende un po' di piu' i suoi spazi ed il ritmo accelera e rallenta a varie puntate, finendo a martellate in una strana apertura finale. "Mi hai costretto ad avere paura // e' una buona impostazione". Sempre scenari cupi, di controllo di stato, benessere ed indottrinamento a 360 gradi.
La canzone iniziale, "Persino La Tua Voce", e' tra le meglio suonate, con cambi di tempo continui, riff di chitarra azzeccati ed un filo tamarri (che non guasta mai), qualche assolo qua e la' e la batteria chirurgica nelle fughe a gas pigiato.
Tra i brani meglio suonati c'e' anche "Fottuto Natale", che prende giustamente per il culo la febbre consumistica di ogni 25 dicembre.
Tornando alle canzoni alle quali mi sono affezionato, credo che tutti voi che state leggendo vi dovreste, in qualche modo, riconoscere nel protagonista di "A Volte Diverso": "In direzione balorda // certamente contraria // distinto dall'orda // in cerca di aria". L'ennesimo rimando al grande Fabrizio De Andre' per dipingere, fuori dal luogo comune, chi decide di vivere a modo proprio, scegliendo con coraggio (e naturalezza) la strada piu' difficile, lontano dagli abbagli del denaro e del "successo". "Se qualcuno compatisce la sua buffa condizione // lui riprende a zoppicare con piu' convinzione".
Sulla stessa falsa riga, i Coda Di Lupo ci suonano "La Nostra Unica Certezza" che nell'intro ed in alcuni brevi passaggi mi ricorda in un certo qual modo i Tre Allegri Ragazzi Morti, forse per quel sapore di funambolica follia che vado sempre a cercar per dischi e che qui si fa sentire.
Concludo questa selezione di tracce (che vuole essere personale, non certo assoluta) con l'ennesimo omaggio cinematografico presente in "Il Primo Passo":
- "Circa un'ora fa' un piccolo jet privato e' precipitato nel centro di New York. C'era a bordo il presidente..."
- "Presidente di che?!?"
Uno strafottente Iena Plissken, da "1997 Fuga Da New York", introduce "Il Silenzio Dei Nostri Amici", che suggerisce scenari di guerra per la pace, deserti lontani e folle zittite. Roba di tutti i giorni insomma.
Detto questo, ascoltatevi "Il Primo Passo" con attenzione perche' e' un album sottile e particolare, quasi ricercato, e senza la giusta predisposizione rischia di scapparvi tra le mani senza lasciarvi tutto cio' che potrebbe. E sarebbe un peccato.
Concludo sottolineando come i Coda Di Lupo siano i Coda Di Lupo, a differenza di tante altre band che si limitano a sembrare questi o quelli.
Se, nel prossimo disco, i quattro valdostani riusciranno a piazzare qualche altro pezzo di carattere credo che faremo veramente fatica a levarceli di torno.
sberla54

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.BIOGRAFIA.
L'idea dei Coda di Lupo nasce nella testa di 3 diciottenni nella torrida estate del 1999, sulla spinta di una comune, viscerale passione per Fabrizio De Andre'. Dopo una prima esibizione a 3 elementi il gruppo acquisisce Marco al basso e prende la strada dell'Hard-core. Non un passaggio forzato, ma uno sbocco quasi naturale della critica anti-conformista e libertaria di De Andre' (la cui canzone più bella da il nome al gruppo) alla rabbia sociale ed esistenziale della scuola italiana dell'HC. Coda di Lupo vuole essere un gruppo veloce, spontaneo, che non fa mostra di virtuosismi, ma non banale ne' sciocco. Oggi e domani. Dopo la registrazione dei 3 brani presenti sulla compilation di gruppi valdostani Urla nel Silenzio (insieme a Frontiera, Abner Brain ed altri) Daniele dei LosBastardos prende il posto di Marco al basso dando subito una mano al gruppo nella composizione di nuovo materiale che andra' a comporre il primo CD vero e proprio dei Coda di Lupo. All'inizio del 2005 Daniele cede il basso a B.E.R.T.O., gia' con Ema e Daniele negli 0.9, che contribuisce da subito a dare nuova linfa al gruppo...

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