Carlo Rosselli, oltre a caratterizzarsi come studioso e teorico, fu anche un uomo d'azione. Nel 1926, dopo l'attentato a Mussolini e il giro di vite segnato dall'arresto di Gramsci dalla fine di ogni parvenza di democrazia del regime fascista, Carlo, allora ventisettenne, divenne punto di riferimento per la fuoriuscita degli oppositori piu' in vista del regime. Tra gli altri, organizza assieme a Sandro Pertini e Ferruccio Parri una rocambolesca fuga in motoscafo da Savona in Corsica per Filippo Turati, anziano leader del partito socialista; al suo rientro in Italia, assieme a Parri e' arrestato ed e' confinato a Ustica, poi a Lipari, dove dovrebbe scontare cinque anni di isolamento. Il 27 Luglio del 1929 pero', assieme a Nitti e a Emilio Lussu, fugge da Lipari ed emigra in Francia. Li', lungi dal restare inattivo, pubblica il suo manifesto teorico Socialismo liberale e organizza l'opposizione al fascismo. Dalla Francia, oltre a fondare l'organizzazione "Giustizia e Liberta'", scrive articoli di denuncia e organizza operazioni spettacolari come il lancio su Milano, da un aereo partito dal Canton Ticino, di 15.000 volantini inneggianti all'insurrezione e al ricordo dei moti del '48.
Allo scoppio della guerra civile spagnola, nel 1936, Rosselli non ha esitazioni: raccoglie fondi e armi per la resistenza e si reca in Spagna, dove comprende bene che quella che si combatte e' una battaglia di rilevanza internazionale. Ferito torna in Francia, ma a Guadalajara, nel marzo del 1937, il battaglione Garibaldi che ha contribuito a formare sconfigge i fascisti italiani. Carlo non si accontenta della vittoria militare ottenuta da italiani sul fascismo. Piuttosto, nella sproporzione delle forze tra Mussolini e i suoi oppositori, aveva ben chiara l'importanza di assestare colpi all'immagine del regime fascista: contribui' dunque affinche' le interviste dei soldati italiani sconfitti e catturati facessero il giro del mondo. Quelli che Mussolini spacciava per valorosi volontari, si mostrarono per quello che erano: contadini poveri, ignoranti di tutto, demotivati, finiti in Spagna per quattro soldi o addirittura con l'inganno. Fu forse quest'attacco all'immagine del regime che spinse Mussolini a commissionare l'omicidio.
Nel 1937, ancora in Francia per problemi di saluti, Carlo Rosselli trova la morte. L'organizzazione terroristica "La Cagoule", in combutta con il servizio segreto italiano, dietro la promessa di ricevere una partita di armi dall'Italia organizzo' materialmente l'agguato, ma i retroscena dell'omicidio sono ancora in parte avvolti nel mistero. Sembra certo, infatti, che tra i membri di quell'organizzazione facesse parte anche il giovane François Mitterrand, all'epoca ventunenne, il quale solo nel 1943 si uni' alla resistenza gollista. Leader socialista e per quattordici anni presidente della Repubblica francese, Mitterrand non rimosse mai il veto posto da De Gaulle sugli archivi e sui documenti relativi a quell'organizzazione. La Cagoule peraltro non fu soltanto un'organizzazione terroristica di estrema destra; impegnata tra l'altro - negli anni tra il 1936 e il 1939 - nel tentativo di rovesciare il governo del Fronte Popolare francese, aveva appoggi importanti sia a livello internazionale, sia all'interno dalle elite militari, istituzionali ed economiche del paese: dirigenti della Citroen, della Renault e di alcune societa' petrolifere, come anche il presidente del gruppo L'Oreal, furono infatti tra i suoi finanziatori.
Secondo lo storico Franzinelli, che si e' occupato a fondo della vicenda, al di la' delle condanne di alcuni dei killer avvenute nei primi anni del dopoguerra, ancora oggi non esiste una verita' giudiziaria per il delitto Rosselli. La ricerca sui mandanti e' dunque fallita. Non sappiamo quali segreti possa ancora nascondere la storia di quell'omicidio, ne' del tutto quale sia l'eredita' di quei cupi anni europei.
Andrea Ventura
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Fonte: Fratelli Rosselli, Ottanta Anni Fa L'Omicidio Fascista Per Annichilire La Speranza Di Giustizia E Liberta' (di Left)
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