Altra caratteristica peculiare dell'etichetta e' la scelta dei formati di supporto: nell'era del digitale i prodotti Sincope possono essere trovati su cd, vinile ed addirittura su cassetta, un formato oggi piuttosto raro che rende le uscite Sincope dei veri e propi culti da collezione. Questo il significato di bruciare confini sfidando le leggi del mercato discografico a nostro parere anche per restituire una sorta di aura all'opera stessa, aura che si e' sicuramente persa nell'ascolto veloce e frenetico odierno. Ma ora per capire meglio rivolgiamo qualche domanda a colui che e' dietro tutto cio' ovvero l'ideatore e realizzatore dell'etichetta Massimo "truculent boy" Onza, musicista in svariati progetti (Compounded, Tronco, Wound) oltre che master-label e fanzinaro (oggi si direbbe blogger), un agitatore culturale a tempo pieno...

Stefano Savo: Massimo, e' un piacere poterti rivolgere qualche domanda per comprendere cosa significa Sincope records e come hai fatto in questi anni a sprovincializzare la scena musicale ciociara attraverso le tue produzioni d'avanguardia. Prima di tutto quando e in che circostanze nasce il progetto di un etichetta come Sincope?

Massimo Onza:Sincope nasce dopo la fine della mia precedente etichetta Mastro Titta Produzioni con la quale coproducevo dischi punk hardcore e attraverso la quale mi sono avvicinato alle produzioni di musica noise e drone. Ad un certo punto ho voluto prendermi piu' responsabilita' verso ogni singola uscita e esprimere in modo piu' decisivo il mio punto di vista. Da queste esigenze e' nata Sincope che principalmente si occupa di drone, noise, impro radicale e un certo tipo di post core. E' stato il modo per mettere meglio a fuoco la mia visione, sempre, con attitudine diy e hardcore punk. Attualmente Sincope annovera 36 uscite, tra cassette, cdr, cd, vinili e fanzine, e diverse serate organizzate con i vari progetti che ruotano attorno l'etichetta.

Stefano: Parlaci brevemente di quali sono le tue influenze musicali e come hanno determinato il suono Sincope.

Massimo:Di base tutto e' cominciato con l'hardcore punk e dalle sue evoluzioni che mi hanno spinto a scavare in altri generi musicali che avevano un approccio molto simile come attitudine e visione politica ma che sperimentavano il suono in modo innovativo. Alcune influenze decisive sono state la SST records, la scena hardcore di San Diego degli anni 90, la Touch and Go, la Dischord, i Sonic Youth, gli Einsturzende Neubauten, e ovviamente molto l'hc italiano. Da la' sono arrivato al drone, al noise, all'improv, e ho scoperto mote situazioni interessanti che si esprimevano in modi efficacemente diversi.

Stefano: Puoi spiegare ai nostri lettori cosa significa per te DIY (do it yourself) e l'etica che c'e' alla base delle tue produzioni?

Massimo:Il DIY significa delegare il meno possibile e fare il tutto da soli al di fuori di logiche di successo o meramente commerciali. Per me significa puntare tutto sull'espressione personale, cercare di farlo nel miglior modo possibile esprimendo il punto di vista critico sul presente. Il punto e' riflettere e far riflettere, esprimere se stessi, cercare socialita' diverse da una vita inquadrata dentro schemi che non si condividono.

Stefano: Cosa pensi della musica nell'era del digitale e come secondo te questo ha cambiato la fruizione della stessa?

Massimo:Penso che il digitale non sia un male di per se, permette di poter arrivare a molte cose in breve tempo e offre un buon mezzo di diffusione, poi dipende sempre dalle questioni etiche che diffondi attraverso di esso. Il problema piu' che altro e' la cultura della musica che pare abbia piu' difficolta' ad essere trasmessa al di fuori del digitale e che venga per lo piu' vissuta come estemporanea attraverso questo. Credo che in parte abbia atrofizzato diverse componenti esperienziali importanti. Il tutto e' cercare di far vivere fuori del digitale quello che si diffonde attraverso di esso e costruire un discorso sulla musica che cerchi di recuperare alcune componenti un po' logarate. Vedremo come andranno le cose.

Stefano: In base a cosa scegli un determinato formato di supporto?

Massimo:Sicuramente la cosa migliore e' farlo in base al tipo del suono, alla costruzione dell'uscita e a seconda anche dell'importanza dell'uscita, cercando di scegliere il formato che possa raccontare meglio il suono che porta dentro. Questo con l'intento di creare un uscita che sia meno un prodotto e piu' un qualcosa che porti con se l'esperienza di chi ci ha lavorato su e che successivamente possa entrare nel vissuto di chi ne fruisce.

Stefano: A proposito della tua etichetta ho usato la parola avanguardia, sarei curioso di sapere se effettivamente possa esserci un rapporto con le avanguardie artistiche del 900, penso per esempio alla musica del futurista Russolo ed al suo intona-rumori, mi sembra che in fondo seppur in contesti ed idee differenti si possa vedere in quelle esperienze una sorta di precedente del concetto di noise moderno, oppure magari ti senti piu' affine a correnti come il situzionismo o il dadaismo?

Massimo:Russolo e tutta la musica Futurista sono stati l'inizio del confrontarsi con il rumore manipolandolo in modo creativo invece di subirlo solamente, come era avvenuto fino ad allora. Qualsiasi sperimentatore ha dovuto pagare necessariamente un tributo rispetto a quegli studi del primo 900. Basta ricordare tra gli altri un disco come Pranzo Oltranzista di Mike Patton. Poi c'e' da dire che alcune visioni estetico politiche come il situazionismo sono stati di grande ispirazione, come altre avanguardie artistiche, tra le quali citerei anche il Surrealismo.

Stefano: Ho detto introducendoti che hai avuto il merito a nostro parere di sprovincializzare il contesto musicale ciociaro,producendo band sia nazionali che internazionali di musica sperimentale, bene ora ti chiedo cosa ne pensi della nostra scena, ti interessa, la segui, ci sono realta' che apprezzi?

Massimo:Non so se ho sprovincializzato o meno qualcosa, sono sempre stato interessato ad alcuni argomenti e ho sempre portato avanti il mio discorso non preoccupandomi troppo del contesto ma concentrandomi per lo piu' sulle cose da dire. In questo momento non credo di avere molto il polso della situazione sulla scena locale attuale, per diversi motivi ho partecipato un po' meno di prima. In passato ho apprezzato tanti gruppi locali come i Mahatma Transistor, gli Ill Will, i Left Behind, gli Almost Human ed i Vetro usciti proprio per Sincope, tra gli altri. Nell'ultimo anno ho trovato interessanti le serate organizzate dal collettivo Pthora', dove si faceva sperimentazione e dove ho anche suonato come Wound. Poi per le scene vanno ricordati anche i posti, e mi piace ricordarne uno che ho frequentato molto, come la Cantina Mediterraneo, che purtroppo ha chiuso da poco per cause di forza maggiore. La' si facevano molte cose interessanti ed e' dove spesso ho suonato e organizzato serate nel corso degli anni; un posto in cui siamo cresciuti e abbiamo vissuto, e che ci manchera' molto.

Stefano: Per concludere ti ringrazio del tempo che ci hai concesso e ti chiedo dove possiamo trovare le opere Sincope Records e se c'e' quache nuova uscita in vista.

Massimo:Per chi volesse saperne di piu' consiglio di guardare il sito dell'etichetta sincoperec.altervista.org e il blog, nonche' partecipare alle serate di Sincope.
Il 2017 in verita' sara' un anno un po' di pausa e riorganizzazione, visto che saro' assorbito da altre questioni per un po'. Comunque delle cose succederanno e una cassetta di un gruppo nuovo uscira' nel giro di poco.

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