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Marysun!Nicotina - [2001] Superglamour
Marysun!Nicotina - [2001] Superglamour
01 - Intro
02 - Cipria
03 - A.L.I.E.N.A.
04 - Ps
05 - Ginger Gas
06 - Come L'acqua
07 - Due
08 - Scogli
09 - Johnny
10 - Suite
11 - Nicotina Caffe'
12 - Generale
13 - Quello Che Potevo Essere
14 - Sabato E' Piu' Facile Non Pensare
15 - Blu
16 - Tokiosuperglamour
17 - Vodka
Questo "Superglamour" dei Marysun!Nicotina e' uno dei dischi piu' significativi della mia vita, probabilmente perche' e' uno dei primi album punk che io abbia mai ascoltato.
Penso di averne trovato alcuni pezzi su Vitaminic, quando ancora esisteva e contava qualcosa, assieme a "Grazie Di Tutto" degli Skruigners ed a "Cazzo Fai Se Muore Superman" degli Haulin Ass; in seguito, ho scaricato l'album completo su WinMX, tanto per farvi capire che stiamo parlando del 2001, qualcosa come 8 o 9 anni fa.
Volendo inquadrare il genere vi potrei dire che si tratta di pop punk ma non renderei giustizia al gruppo, perche' i ragazzi non sono i soliti cloni dei Blink 182 o dei Naftalina e non sono di quelli che suonano gli stessi due accordi ammiccanti per tutto il tempo, cercando di tirarci il giusto, senza esagerare. Mi vien da dire che si e' trattato di un progetto sperimentale, perche' non ho mai piu' sentito niente che ricalcasse questo stile, ed ho sempre avuto voglia di catalogarlo come "cantautorato in punk"; difatti, quel che apprezzo di piu' dei 17 pezzi in scaletta sono i testi, anche quando non hanno nessun fottuto senso, perche' sono sempre in grado di proiettare qualche flash di genialita', quattro o cinque parole di luccicante follia ed ogni tanto, a mio parere, anche qualche perla di poesia. E non vedo cosa si possa chiedere di piu' a delle buone liriche.
I brani che preferisco sono "P.S.", "Johnny", "A.l.i.e.n.a., "Quello Che Potevo Essere", "Due" e "Sabato E' Piu' Facile Non Pensare", senza voler sputare sopra agli altri, ed ora ve ne spiego il motivo.
Andando per ordine, la prima, "P.S.", e' una delle canzoni d'amore piu' belle che io abbia mai sentito, forse perche' mi riporta ad un periodo irripetibile della mia esistenza, i 17 anni, con tutta l'innocenza, la sorpresa e la beata ignoranza che si portano dietro: "Sei mesi, sogni, fiato e fegato in una fotografia // e ancora non ricordo se era tua oppure mia // la voglia di restare in piedi controvento // parlare della luce strana di un incontro // Restano cicche spente, porte chiuse, frasi e debiti // rimaste appese a destini improbabili // di accordi taciti // sorrisi persi // e sguardi attenti // un po' piu' in la'". Per me l'amore, soprattutto quello incosciente dell'adolescenza, ha sempre avuto questi colori: la stupida idea che sei mesi si possano considerare tanti, il continuo rincorrere i propri sogni (ancora sbiaditi ed annebbiati), il fiato sprecato in urla e litigate inutili ed i sorrisi vacui e rapiti di chi e' davvero innamorato, magari per la prima volta.
Musicalmente il pezzo riassume perfettamente lo stile dei Marysun!Nicotina, che vi accompagnera' per il resto del disco: melodie di facile ascolto ma ben pensate e non banali, sorrette da qualche bella invenzione alla chitarra, che regala dei riff pieni, azzeccati e trasportanti ma anche linee melodiche piatte e pulite, quasi da emo-core vecchio stile, ed una batteria che alterna momenti tranquilli a parecchie tirate a mo' di hardcore melodico. Il cantante, Luca, inoltre, ha un tono di voce molto caratteristico, a cui e' capace di cambiare impostazione, passando dalla classica "voce gracchiante da testina di minchia" ad intonazioni piu' serie e naturali.
Tornando alle canzoni che preferisco, "Johnny" e' un pezzo musicalmente molto semplice che ci racconta di un ragazzo a cui forse tutti noi assomigliamo o dovremmo assomigliare: "Johnny era un punk // ma fottutamente vero // niente creste, piercing ma un cervello come lama // ascoltalo parlare la sua bocca e' una pistola // che spara colpi al cuore // di liberta' ed amore [...] Johnny era un punk // ora e' solo un'ideale // nella memoria di chi sa come si fa a lottare // niente politica ne' armi ne' accoltellamenti // aprite gli occhi // pensate con le vostre menti!". In quella che forse ad alcuni puo' sembrare banalita', scritta da qualcuno certamente meno politicizzato di noi, si ritrova una grande saggezza: l'amore e la liberta' sono la chiave di tutto, valgono 100 volte qualsiasi borchia e qualsiasi giubbotto di pelle e sono i mezzi ed i fini per cui e con cui bisogna lottare. Come chi diceva, tempo fa, "Non si e' punk in cresta ma si e' punk in testa". Inoltre, me la cantavano i miei compagni di classe, probabilmente per prendermi per il culo, e questo bel ricordo, da solo, vale piu' di mille giudizi e paroloni.
"Quello Che Potevo Essere" e "Sabato E' Piu' Facile Non Pensare" sono due brani strettamente collegati: il primo ci parla ancora di liberta' e delle prime, basilari, scelte di vita mentre il secondo racconta un sabato sera classico di chi si sente il fuoco della gioventu' che gli brucia dentro e lo spinge a provare, esagerare e fare anche qualche cazzata; in entrambi i casi ci leggo una grande innocenza che non posso far altro che rimpiangere: "E non m'importa quello che potevo essere // avevo solamente la mia liberta'", "Deodorante e marijuana", "Brivido // io ti cerco in queste crepe lunghe // e' un attimo // annoiato dal tramonto // che mi fa pensare a quanto sei banale", "Vorrei // che nulla fosse impossibile // creare l'arcobaleno // nutrirmi di cielo // pero' // costa poco e provero' // delirio // dolce amaro panico", che ovviamente porta a "Ho perso il contatto // col mio corpo // sono storto o forse morto". "Sabato" e' anche uno dei pezzi meglio riusciti musicalmente, piu' intrecciato e complicato.
"Due", invece, e' quasi un classico pezzo hardcore melodico, veloce dall'inizio alla fine, con un materasso strumentale lineare e piacevole. Il testo e' un caleidoscopio d'immagini, una collezione di fotografie mentali: "Rabbia e poesia // suonano in controtempo // inutili // ma almeno in due a saperlo // pura follia // unica vera amica".
L'ultima delle mie preferite, "A.l.i.e.n.a.", sembra un'altra canzone d'amore ma non da modo di esserne sicuri, perche' anche lei non fa altro che trasmettere lampi di pensieri, frammenti di frasi discontinue e difficilmente razionalizzabili se non dall'immaginario personalissimo dell'ascoltatore, il che, probabilmente, e' proprio l'effetto che volevano ottenere i Marysun!Nicotina quando l'hanno scritta. Un altro ottimo esempio dello stile del gruppo.
Per parlare brevemente delle altre canzoni, nonostante meriterebbero lo stesso spazio delle precedenti poiche' ugualmente di ottima fattura, originali, assurde e ben suonate, mi sento in dovere di cominciare da "Generale", per passare poi a "Cipria" e "Ginger Gas".
La prima non e' altro che una cover del grandissimo Francesco De Gregori, appena appena velocizzata, ben riuscita e sicuramente migliore di quella di Vasco, anche perche' per rovinare una canzone cosi' ci vuole veramente dell'impegno.
La seconda, "Cipria", e' il brano che apre il disco ed e' forse l'unico realmente politicizzato, almeno da quel poco che mi sembra d'intuire tra le righe: "Ma mia figlia non lo sa // che l'ho sognata // vestita di serpenti, amanti e delinquenti // Ma mia moglie non lo sa // che l'ho tradita // con uomini potenti // servi intelligenti".
"Ginger Gas", infine, racconta nuovamente di un ribelle, di un triste musicista, forse qualcuno ai margini della societa', uno che "era nato e niente altro, dentro al legno ed al metallo", quasi come se la sua genesi fosse un tutt'uno con quella della sua chitarra elettrica: "Non ti sei mai chiesto se restare qui // non sia come rinunciare ed arrendersi [...] E le corde che piangevano // dentro pomeriggi bui // a ricordargli quello che era stato // quello che voleva perche' non cadesse piu'".
Per quanto riguarda la poche rimanenti, sono pezzi un po' piu' fiacchi ma, d'altra parte, ad un capolavoro, per essere perfetto, non puo' mancare qualche difetto.
"Nicotina Caffe'" e' una canzone un po' cretina e troppo canticchiabile ma mi suggerisce un nome geniale per un locale, se mai ne apriro' uno, unendo due tra le poche parole capaci di far venire la bava alla bocca a qualsiasi mosca da bar (se mi rubate l'idea v'ammazzo). Una nozione d'onore va, invece, a "Tokiosuperglamour": semplicemente fastidiosissima ed immensamente stupida. Immagino che irritare ogni ascoltatore fosse il suo vero scopo e non mi sono mai riuscito a spiegare perche' sia stata scelta come title track.
Concludendo, un disco che, a mio parere, puo' piacere a tutti, per la facilita' delle melodie e la bellezza dei testi.
Detto questo, so bene che ai piu' duri e puri di voi fara' soltanto schifo.
Per la mia storia personale e' un piccolo capolavoro che spero di portarmi dietro, con gli stessi sentimenti, per tutta la vita.
sberla54
.SCARICA IL CD.
.NOTA.
Il gruppo, nato a Cremona nel 1995, s'e' sciolto ufficialmente nel 2003. Luca Bazooka, chitarrista e cantante, ha dato vita agli Shibuya, un progetto con qualche richiamo ai Marysun!Nicotina, nelle melodie e nella semplicita'.
Oltre a questo "Superglamour" hanno fatto uscire, nel 2002, un "Digital Split" da 4 pezzi (2 a testa) con i Boldoz Dogs, rilasciato tramite internet, oltre a "Zebra", demo autoprodotto del 1997, "Trash Donald", altro demo autoprodotto del 1998 e "Mini CD", primo vero album da 5 pezzi, uscito nel 2000.
Tutti questi dischi sono scaricabili dalla sezione download di puNk4free, grazie alla disponibilita' del gruppo:
Marysun!Nicotina - [1997] Zebra
Marysun!Nicotina - [1998] Trash Donald
Marysun!Nicotina - [2000] Mini CD
Marysun!Nicotina & Boldoz Dogz - [2002] Digital Split
.LINE-UP.
Luca "Bazooka": voce e chitarra.
Davide "Lit": chitarra.
Igor "Zaku": basso e voce.
Matteo "Frodo": batteria.
.VIDEOCLIP.
Marysun!Nicotina - Cipria (Live)
.CONTATTI.
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