Precedentemente la band aveva fatto uscire un full lenght dal titolo Non C'E' Futuro Senza Memoria nel 2011 e uno split con i Feccia Rossa, pubblicato nel 2013. Il nuovo disco dei Senza Frontiere e' composto da undici tracce, di cui due gia' presenti nello split sopra citato e una cover, a mio avviso davvero riuscitissima, che chiude il disco.
L'artwork e' stato curato da Grafica Nera che aveva realizzato anche la copertina dello split con i Feccia Rossa e precede in maniera chiara le tematiche del disco. La copertina di Non Sapremo Di Noi! mostra, infatti, il percorso della vita, dalla nascita alla morte, all'interno di una sorta di gioco di societa'. Una metafora della stessa societa' odierna in cui tutto e' gia' stato scelto e prestabilito, ma nella quale resistono donne e uomini che lottano per provare a cambiare lo stato di cose presenti e che cercano di affrancarsi da un destino gia' scritto. Una copertina davvero ben curata che mi ricorda in parte un disegno davvero emblematico di Luca Abort dal titolo Distruggi le regole del gioco.
Il disco parte subito forte con il brano "Quella Volta": intro di batteria marziale e le voci di Teo e Stefano che si rincorrono l'una con l'altra ci ricordano che l'attitudine del gruppo e' sempre la stessa e che la passione e' rimasta immutata. Gia' dal primo pezzo del disco si puo' intuire il sound della band milanese, street punk/Oi! cantato in italiano caratterizzato da riff di chitarra graffianti e sezione ritmica compatta e potente. Dal piglio grintoso e trascinante e' la terza traccia, "Destino", brano dedicato agli appartenenti forze del (dis)ordine per i quali a volte il destino, per l'appunto, puo' essere diverso da come si aspetterebbero, difesi dalle loro corazze e dai loro scudi.
Ritornello coinvolgente e struttura sonora molto dinamica anche nella successiva "Anni" dove l'alternarsi delle due voci rappresenta un vero e proprio punto di forza della band. Di anni sopra e sotto i palchi, di cortei e di lotte la band ne ha passati tanti senza compromessi ne' rimpianti: "Le tue scelte ti tengono in piedi // e' questo che ci unisce // e ci da' forza per campare // sperare nel nostro domani // in un mondo senza frontiere".
La quinta e la sesta traccia del disco come anticipato erano gia' nello split in vinile uscito due anni prima, ma sono presenti qui in una veste sonora leggermente modificata e risaltano grazie anche alla migliore produzione in studio. In "Non Ci Si Stanca Mai" spicca un gran bel lavoro da parte di Ste alla chitarra, incursioni soliste melodiche ma incisive e i cori sempre molto potenti rende il finale del pezzo ancora piu' carico e coinvolgente.
"Nella Mischia" e' un pezzo davvero potente, uno dei miei preferiti del disco. Un brano che invita a non arrendersi, a non fermarsi e ad affrontare la realta' con la giusta dose di rabbia e determinazione.
Nella parte finale dell'album spicca sicuramente la title track, una canzone molto coinvolgente, una sezione ritmica sugli scudi e la solita voce rabbia come la vecchia scuola Oi! insegna. E' evidente da tutti i lavori dei Senza Frontiere che le tematiche espresse nei pezzi siano prettamente sociali e politiche, testi mai banali, ma carichi di significato e di voglia di riscatto.
In "Nulla E' Cambiato" la rabbia della band milanese si scaglia contro il fascismo e vuole aprire gli occhi a chi sottovaluta formazioni politiche neofasciste e considera il fascismo storia ormai passata: "Non accetto che chi e' morto da ragazzo combattendo per la liberta' // sia ucciso un'altra volta da chi dice ogni giorno, lavoriam per voi // mascherato da sinistra ma che puzza di fascismo, decide per noi // e non mi dir son cose vecchie // non spegnerai la nostra rabbia".
Vi chiederete adesso con quale cover la band ha scelto di chiudere questo secondo album. Ebbene, il disco si chiude con "L'Ora Del Fucile" canzone di lotta scritta da Pino Masi nei primissimi anni '70. La band milanese ne ha realizzato una cover dal grande impatto sonoro e interpretandola al meglio. Non Sapremo Di Noi! si chiude quindi con un emblematico canto di lotta di moltissimi anni fa, ma che e' ancora attuale come i pezzi di questo disco che parlano della realta' che vivono lavoratori, sfruttati, emarginati o semplicemente dei ragazzi che affrontano a testa alta una vita sempre piu' precaria e piena di incertezze.
Street punk pieno di attitudine, senza fronzoli e tecnicismi, con tanta consapevolezza nei propri mezzi e messaggi chiari e significativi: "Noi non saremo schiavi del domani // di un futuro che non ci appartiene // noi non ci arrendiamo siam pronti a lottare // a conquistare il nostro futuro".
Sfascia Chitarre

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