L'Abruzzo e' una florida regione italiana sita tra l'Adriatico e l'Appennino trai parchi nazionali, paesi medievali, tra il Gran Sasso e la Majella, nel Febbraio 2017 fu colpita al cuore, squarciata nell'anima dal devastante terremoto, da tormente di neve, frane, provocando un dissesto nel cuore degli abruzzesi, deturpando le vite, spegnendole purtroppo in alcuni casi: spegnendo i sogni, i cuori vibranti di vita, annientando ogni sprazzo di quella bellezza, di quel vivere senza fili di burattinai in giacca e cravatta, cara al vivere paesano, causando una ferita a cuore aperto, un taglio profondo che tutt'ora sanguina come uno squarcio nel costato che piange e urla nel silenzio e nel vuoto delle macerie delle case dei paesi colpiti, nei cuori di ogni abruzzese. Macerie nel cuore e nello stomaco che faticano a recalcificarsi. Un dissesto non solo sotto ai nostri piedi ma ai sogni di un intera vita, agli occhi di ogni vita umana, ad ogni corpo pulsante di vita che viene leso e reciso come un fiore strappato alla propria terra, deturpato dalla propria radice, una deturpazione vitale e un forte stato d'impotenza che porta alla dissoluzione di ogni vita, di ogni cuore, perche' queste tragedie se non si trova il modo di poter reagire, aggrapparsi a qualcosa, ad un sogno, ad una reazione istintiva umana - vitale ci si affoga, ci si affoga nello spegnersi come un transistor nell'acqua.
Attraverso il lento scorrere di queste parole si scherma a perfezione e racconta come un fiume ed i suoi affluenti cio' che smuove questo disco. Il progetto dei Mud nasce nel 2004 in Abruzzo nella zona della Val Vibrata (Te) dopo aver vissuto vari cambi di line-up senza averli scarnati o portati fuori strada, portano il proprio colore e folklore caro della loro terra natia, nell'underground, fornendo la loro visione del'hc punk, in quanto lo vivono a tal punto di esserne parte di se come un arto, come un occhio, lo sentono, lo respirano addosso, gli pompa nel sangue in tutti pori e lo sputano in faccia a chi ascolta con molta rabbia e genuinita' tale da sentirsi parte del loro massiccio e fuori da ogni costrizione strutturale compositiva e attitudinale, probabilmente anche il solo definirli hardcore punk e' un limite perche' nello stile proposto da loro vi sono influenze care al thrash metal, crossover e death metal sapendogli dare una nuova linfa vitale.
Il loro stile e' come una miriade di colori sulla tavolozza del pittore che attinge ai colori e alle sfumature migliori per far si che il proprio quadro abbia quella sfumatura che ti renda fiero e che porti luce ad una tela offuscata, oscura o piatta che certi cliche' underground portano. The Sound Of The Province, terzo full length della band abruzzese, pubblicato nel 2017, prodotto dalla THC DIY PRODUCTION (etichetta DIY fondata dalla band) con la collaborazione di CBC Records, Scars Of Rage HC Crew, Rock Out Fascism, Italian Thrash Attack, Scaglie di Rumore, Disturbo Mentale, Porrozine Misantropic DIY. Dall'artwork possiamo gia' avere una prima densa schermata su cosa andremo ad ascoltare, curato da Guglielmo Ciccone (Seventeen Graphic) mostra in maniera emblematica ed evocativa il simbolo dell'Abruzzo, la Genziana, che spunta tra l'asfalto, che rinasce tra la terra spaccata, deturpata e ferita, di quel tratto di strada della frazione di Ponzano Di Civitella del Tronto (Te), che il terremoto ha quasi cancellato.
Un concept album che parla della tragedia del terremoto del 2017 che ha colpito, sfregiato nel volto, l'Abruzzo, e assume sembianze e corposita' di un inno, vuole essere un invito alla reazione ad alzarsi da ogni maceria, che ci annienta, a vincere la paura, a ricostruire il cuore addolorato da perdite, e' un album ad alto tasso emotivo-musicale che trapana il cuore e ricostruisce ogni frana che la vita ed ogni tragedia porta con se, ricostruendo con il rumore, dove il rumore si fa salvifico e spirito reattivo.
Registrato e mixato da Michele Cerminara presso il Pupina's Recording Studio a Lamezia Terme, masterizzato all'Audio Siege Mastering Studio di Portland; mostra ai nostri occhi-orecchie uno schiacciante e martellante hardcore punk che coinvolge e getta l'ascoltatore in un vortice tra doppia cassa, doppio pedale, rumore controllato, riff piazzati, velocita' e rabbia che viaggiano all'unisono, squarciati dalla voce potente, carismatica che perfora la testa, le ossa come un martello pneumatico trapana l'asfalto. E' un album che si insinua nelle ossa e nelle vibrazioni che la concettualita' di questo album ti spara addosso portando attraverso il rumore la carica emotiva della tragedia che ha sconvolto l'Abruzzo e la sua gente con il terremoto, lo stato d'annientamento il sentirsi impotenti davanti ad una tragedia ed ad una cosa piu' grande di noi, ad uno stato di amarezza-frustrazione del sentirsi utili a nulla, di sentirsi piccoli come spilli, ci spiegano grazie al loro rumore invitando le persone a rialzarsi da questa ferita a cuore aperto e a riprendersi cio' che le appartiene, a riprendersi la propria vita, il proprio colore.
Al primo impatto d'ascolto sembrano provenire dalla scena hc punk americana anni 90, e' un disco a livello di produzione molto di qualita', le linee musicali sono di alto livello, e anche la composizione scritta e' di elevata pregevolezza di concetti. Un concentrato di riff granitici, velocita',violenza rabbia sputata addosso come una sparachiodi non lascia scampo all'ascoltatore, potenza emotiva - musicale - concettuale che ci fa tremare le ossa, una furia cieca che ci devasta, ci butta a terra in una pozza di vomito e sangue ma che ricostruisce la nostra anima - vita - cuore.
L'album si apre con "The Sound Of The Province", brano che da il nome all'album, linee chitarristiche aprono il brano e danno il via al devasto sonoro dove velocita' e rabbia viaggiano di pari passo, il blastbeat chirurgico viene scosso dall'impostazione vocale di Aldo, carismatico, abrasivo travolge l'ascoltatore lo fa vibrare.
"Head Down ", il brano piu' violento dell'album dove le linee di chitarra e basso vengono tagliate, recise,dalla voce di Aldo che esplode di impulsi arrabbiati e graffianti, il brano si presenta pregno di rabbia, di violenza, e di reazione allo stato puro, rallenta per dar spazio al ritornello che assume sembianze di un break down.
"The Thin Line (Between Life And Death)" brano corale arrabbiato che spara in faccia le linee di basso-chitarra-batteria tanto taglienti quanto ricostituenti dove fa capolino la voce che scuote il corpo, i capelli, la faccia in un balzo all'indietro getta l'ascoltatore in uno stato di apnea - di chiodi - parole sparate veloci e di franchezza musicale-emotiva.
"The 4th World", questo brano s'apre con spezzoni di interviste alle persone, si cerca nel brano di raccontare il dolore agghiacciante della tragedia del terremoto e di cio' che resta, della vita dopo il dissesto, fatta di pane ed angoscia, tagliate a vivo, brano dove si alterna la lingua inglese all'italiano, chitarra-basso-batteria viaggiano a braccetto colla voce, schizzando rabbia, e' un invito a rialzarsi, a riprendersi la vita, ad alzare la testa dalle macerie.
"The Situation", brano che taglia la faccia con violenza, rabbia e velocita' dove al ritornello tutte le linee strumentali convergono insieme sfregiando l'ascoltatore, il brano poi sale d'intensita' e si fa piu' crudo, le linee batteristiche diventano incalzanti, e le linee di basso e chitarra squarciano la pelle perforando la carne fino all'osso.
"Beyond The Shore", il brano vira su suoni thrash metal, intervallando la furia a cambi di ritmo di ottima corposita' e levatura di qualita'. Questo intervallarsi tra cambi di ritmo e furia cieca e tempi veloci e scanditi crea una sorta di interfaccia emozione - dissoluzione attraverso il rumore che spezza le gambe, ci accascia al suolo e ci riporta alla vita.
Appena concluso il brano, il suono del cambio lato delle vecchie tape anni 90, porta ad echi vintage in una sorta di lato B dove s'apre poi "Full Speed Ahead", brano che vede la partecipazione di Mauro Codeluppi (voce dei Raw Power), brano che trasuda furente velocita', l'ascoltatore e' morso e gettato al suolo spezzando le articolazioni, scuotono il sistema nervoso-emotivo e fanno vibrare ogni segmento di pelle.
"Your Energy", brano dal ritmo scandito, intercede in uno stato di rabbia messa in musica. La cicatrice emotiva, e il soave affetto per l'amica Scilla Ricci strappata alla vita a cui e' dedicato il brano e non solo, ci propina un brano ad alto contenuto emozionale straziante. Le linee di chitarra come delle corde vibranti di vita, tengono l'ascoltatore per il collo, trattenendolo in tensione, tra nervi-emotivita'. Il brano e' ad altissima tensione, le linee di basso accompagnano la voce, arrabbiata febbricitante, il brano poi si fa piu' veloce piu' crudo, rallenta ed accelera come sulle montagne russe, un saliscendi emozionale.
"Solo Odio", brano portato al successo dagli Impact, registrato in doppia cassa e pedale, pervade il brano della stessa velocita' e rabbia che contraddistingue tutto l'album, il brano rende giustizia al brano degli Impact, fornendo una sorta di nuova linfa vitale al brano non scarnandolo.
Conclude l'album "True Sound Of Province", reprise della title track, il brano e' strutturato in modo da far risaltare il senso che smuove tutto l'album, s'apre con spezzoni di notiziari riguardanti il terremoto, sottotraccia e' possibile ascoltare le linee di chitarra-basso-batteria che fanno da tappeto alle urla di Aldo: abrasive, intrusive, amare.
In conclusione, questo disco ti scuote e lascia all'ascoltatore una gamma di sensazioni-emozioni, innanzitutto fornisce una spaccatura a livello musicale - e di concetto in un ambiente come l'underground che a tratti vive di piattume che annoia, che porta avanti concetti scontati, noiosi, e di poca solidarieta' musicale, questo album lascia oltre alla spasmodica voglia di pigiare di nuovo per l'ascolto, scuote nel vivo e lo porta reagire, ad urlare, a rialzare la testa dopo un profondo dolore, una ferita squarciante, a sfondare un muro di falsita' ma piu' importante di tutti porta a sbarazzarsi di infrastrutture classiche che spesso l'hardcore punk ne e' croce-delizia il famoso discorso del cliche' omologativo.
I Mud - Mauro "Aldo HC" (voce), Frankie (chitarra), Pinto (basso), Lucone (batteria) come dei cantori della propria terra natia pubblicano un album dove vi e' un perfetto bilanciamento tra un intensa concettualita' - rumore sparato in faccia con enorme franchezza e suoni curati nei minimi dettagli ed una produzione piu' che eccellente.
Un album che ogni nostalgico e aficionados del hc punk - mosh adorera' fino allo stremo. Questo album e' dedicato alla memoria di Scilla Ricci, strappata alla vita, e dedicato alla loro terra: l'Abruzzo deturpata e sfregiata nel cuore e nell'anima.
Cito i brani "The 4th World", "Your Energy", "Full Speed Ahead", "The Situation", rappresentano per me la vera essenza dell'album. Consiglio agli ascoltatori di Hatebreed, Youth Of Today, Sick Of It All di non perdersi assolutamente questo album e questa band.
Ms_Antrophy

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