Sono una band ma anche un collettivo proto-acustico che nella piu' totale attitudine diy e disinteressata hanno delineato il proprio progetto senza limitazioni o tesi concettuali. Fondando tutto su una sorta di seduta psicologica mediante voci, note, suoni e colori: analizzano se stessi e il mondo in chiave ironica. Riuscendo a non starsene stretti in un genere preciso la loro musica e' un fluire di suoni, arrangiamenti e sperimentazione tra punk, punk rock, funk, fuzz e sonorita' punk hardcore tutto giostrato su chiave ironica ed irriverente, analizzando tutto cio' che la societa' ci propina ed opprime, dalla religione alla politica a comportamenti sociali discutibili. Una ventata di fresco cambiamento in un panorama che spesso si alimenta di cose gia' viste e sentite.
Lock'n'Loll e' un album uscito nel 2017, 9 brani dove il gruppo spazia in svariati generi senza omologarsi e dove sperimenta ed analizza se stesso in un flusso tra liriche irriverenti e dirette e un suono che e' il magma vibrante che sorregge tutto, senza alcuna costrizione. L'album si apre con "Smarthphoney", che e' delineato da un intro costruito su trilli, squilli di un cellulare, il gruppo si scaglia contro la societa' che si zombifica dietro ai cellulari senza vivere piu'. Il brano si descrive su di una base punk rock, con soluzioni rockeggianti, si fonda su linee di chitarra e basso pungenti che si immettono su linee batteristiche precise e dirette che accompagnano la voce acida e ironica.
"Cards Against Humanity", attraverso un flusso sperimentale e colorato tra punk e rock il brano si poggia su linee batteristiche piene che sono accompagnate da riff di chitarra e basso, dove il cantato subisce il fascino retro anni '70.
"Drill Or Kill", e' un brano che si scioglie e descrive oscillandosi tra funk e blues - incentivato anche dall'uso del sassofono, che viene proposto in piu' brani - e rock dove le sonorita' sono costruite sul gioco strumentale di riff di chitarra e basso, batteria e sassofono che accompagnano la voce ironica e caotica.
"The Night Of The Drunked Dead", si poggia su riff di chitarra slide e riff di basso, linee batteristiche sature che avvolgono la voce fuori dal coro e personale. Giocandosela in un concentrato tra strumenti e voce tra rock e sperimentazione toccando echi sludge e fuzz. "Real Visceralyst", inizialmente si poggia su atmosfere malinconiche incentivate dall'immersione strumentale tra sassofono, basso, chitarra e batteria dove la voce ne decanta la matrice descrittiva. Il brano poi cambia ritmo, si stravolge, si alza su ritmi rock e sa catalizzare l'attenzione dell'ascoltatore nell'impeto del flusso uditivo.
"Humonity", brano dove in un primo momento e' costruito da un assolo batteristico per poi aprirsi e delinearsi attraverso riff di basso e chitarra slide e il sassofono. La voce anch'essa assume i connotati delle linee strumentali collocandosi tra il funk anni '70 e il punk rock. "Gaza Strip", brano corale ed irriverente che si costruisce attraverso linee di chitarra e batteria che sono sporcate da note di sassofono e basso, unite alla voce senza filtri rendono il brano la perfetta visione di quello che il gruppo riesce a dare: sperimentazione e colore musicale.
"Odessa", brano dove le linee strumentali di chitarra e basso si accompagnano alle linee di batteria e sassofono che vengono spezzate dalla voce che, acida ed arrabbiata, sputa, coinvolge, distrugge ed allieta in un unico segmento l'ascoltatore.
Conclude l'album "Manifest Destiny", in un primo momento costruendosi su linee malinconiche dove tutte le linee strumentali e la voce si allineano in questo flusso inquieto, per poi levarsi ed alzare il tiro attraverso riff thrash di chitarra, riff di basso diretti, e linee batteristiche precise e piene. Il brano si velocizza accompagnato anche dall'uso del sassofono, corale e ironico, e' impreziosito da una ghost track dove troviamo solo voce e chitarra, malinconica e soave riporta con la mente a luoghi ed epoche lontane, all'oriente, ai suoi giardini di pesco in fiore.
In conclusione, in un periodo storico come questo dove si ha l'esigenza di cercare qualcosa che distolga l'attenzione della pesantezza di giornate costrette in un ambiente al chiuso, davanti a schermi cianotici in assenza di contatti veri, questo album in 30 minuti ti dirotta in un mondo colorato, onesto e originale senza fermarsi ai grandi paroloni o segmenti musicali costruiti a tavolino.
Con onesta irriverenza e' fuoco contro l'asettico ghiaccio di questi tempi. Sarebbe interessante, pandemia permettendo vederli su un palco suonare e constatare tutto cio' che traspare dalla loro musica. E sara' interessante scoprire come lavoreranno sulle composizioni future, su dove si schermeranno su quale flusso culturale di poseranno.
Perche' come dicono loro "Il futuro non e' scritto e, come dicevano alcuni, ce lo scriviamo da soli. Sgrammaticato."
Cito i brani "Smartphoney", "Odessa", "Drill Or Kill", "Manifest Destiny" rappresentano per me la vera essenza dell'album.
Consiglio agli ascoltatori di Suicide Squad, Gang Of Four, Fuzztones di non perdersi assolutamente questo album.
Ms_Antrophy

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