In un periodo storico come questo, dove si e' portati a sopprimere ogni istinto libertario, ogni impulso vivido, gioioso ed onesto, c'e' chi riesce a diversificarsi e a non cedere ne' a dinamiche materialiste ne' a ritorsioni di una classe politica massimalista ed inefficiente che tende ad abusare del proprio potere, chiudendo spazi pubblici e violentando le minoranze. Chi riesce in mezzo a tutta questa merda, a fregarsene delle dinamiche perpetrate dai "maiali" politici ed a dare sfogo al proprio bisogno espressivo vomitando dentro un microfono, manifestando il proprio dissenso contro una classe sociale cancerogena, praticando il collettivismo, si trovere' sempre, a testa alta, dalla parte giusta.
Questo e' il caso dei Deriva, gruppo hardcore di Piacenza, ultimi baluardi del punk hardcore italico con il coltello tra i denti che dal 2020 hanno messo a ferro e fuoco il circuito underground, inizialmente come power duo, ora diventato quartetto, nato dall'estro espressivo creativo di Zanna e dalle penne delle piu' dirette e accigliate di Libo, figli cosmici dei Sottopressione e degli Skruigners.
Nati in piena pandemia gia' dal primo Ep Senza Respiro (2020), hanno ampiamente dimostrato di non essere l'ennesimo gruppo che si aggiunge alla lista delle meteore. Il loro punk serrato e famelico, rispetto a Catrame Acido gia' recensito sulle nostre pagine, ha effettuato un cambio sonoro evolutivo, restando sempre fedele a se stesso ma toccando ampiamente vette thrashcore alla Nuclear Assault e sulle tematiche proposte una scrittura molto wretchediana.
Con l'entrata nelle file del gruppo di basso (Michele) e batteria (Cesco), il loro universo sonoro s'e' fatto ancor piu' magmatico e volitivo consacrandoli come uno di quei gruppi che con le unghie ed i denti, e in culo alle logiche di mercato, si e' costruito con le proprie forze e fragilita' attraverso eventi socio-generazionali non proprio semplicissimi. Dopo la partecipazione alla compilation per il decennale della Impeto Records uscita a Gennaio, lo scorso Febbraio pubblicano Acque Nere un concentrato di rabbia verso la nostra addormentata societa' ed i propri mezzi di distruzione intellettuale ed umana. Il tutto calato dentro un flusso sonoro irriverente e pulviscolare di guizzi sonori pestanti e scattanti, che oscillano tra soluzioni punk hardcore vecchia scuola, fraseggi fuzztone nei riff proposti, blast preciso ed a sfondamento, toccando dinamiche thrashcore, sludge opprimente guidati da una massa vocale a tratti acida ed a tratti un po' da crooner.
Scortati da un artwork ad opera della sodale Sara Nassani che cura con parsimonia i loro artwork da tempo, questo Ep parte a bomba sin dal principio: "Lontano Da Te", traccia apripista, e' un incastro di riff nodosi e fuzzati, sventrati dalla voce che attraverso urla malate e veraci espongono sin da subito la caratura di questo gruppo. Esprimendosi sempre in modo chiaro ed irriverente, costruiscono attraverso sei tracce un vero e proprio attacco frontale grazie a brani come "Collare Elettrico", traccia dove i nostri denunciano chi tortura gli animali per futili scopi, attraverso un incessante flusso sonoro guidato dalla voce acida e nevrotica, blast preciso e guitar working ombroso e sonico, impreziosito da una discreta vena corale tanto cara al genere punk d'annata.
O "Capo Di Tutto (Capo Di Niente)" in cui una scarica di imponente thrashcore, blast scalpitanti, assoli rigogliosi e tecnici, vengono sventrati dalla voce di Zanna, rabbiosa e acidula. "Acque Nere", la title track, costruita su di una trama di puro sludge sporco tra sfuriate crust hardcore, avvincente e nevrotica, e' la dimostrazione di come i nostri si trovino a proprio agio con la sperimentazione sonora, proprio come fece anni fa Guy Picciotto e soci, i quali seppero sdoganare nuovi generi, sovvertendo limiti e pregiudizi stilistici. Chiude il giro "Adios", cover dei Rammstein, un avvolgente thrashcore costruito su riff poderosi, blast preciso guidato dalla massa vocale baritona quasi da crooner.
E' l'atto finale, e' l'unione tra le diverse anime della band: Acque Nere e' il terzo atto della storia sonora del quartetto piacentino, sempre in totale evoluzione sonora e sempre sfacciatamente fedele a se stesso, rigoroso nel sovvertire ogni cliche' sonoro, veraci ed onesti all'ombra di un circuito a volte un po' scontato e spesso pieno di citazioni lapalissiane.
"[...] In compagnia di me stesso
solo, in mezzo agli squali
col cuore, nascosto in un posto
che non possiate trovare
che non possiate sabotare
che volete mangiare! [...]"
Ms_Antrophy
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