Attivi dal 2008, il loro progetto riesce ad esprimere dentro una miscela di hardcore a manetta e death/thrash, le loro radici senza mai farsi bastare mai il cliché del caso. Avendo l'ingente e coscienziosa necessità di puntualizzare dettagli che molti potrebbero snobbare, dal punto di vista di produzione hanno all'attivo una serie di lavori: la demo in self titled pubblicata nel 2008, - un Ep - Reborn From Ashes del 2011 e Mass Distraction - full length del 2014 - una colata di thrash incalzante mosh groove della scuola Hatebreed. A distanza di otto anni - sono tornati con un lavoro nuovo di zecca pubblicato lo scorso anno per la 1054 Records - label estrema australiana in pista da anni.
Un progetto, i Lacerhate, che ha come obiettivo e peculiarità il saper raccontare e raccontarsi attraverso il rumore che si fa - non solo rappresentativo della propria essenza ma anche di attitudine. Se con il debutto - Mass Distraction - avevano già solleticato i palati di una fetta di appassionati di metalcore et simili, con Blood.Lies.Idiots.Death. hanno affinato quel estetica deathcore avvalendosi anche di riversate moshcore, assalti famelici di hardcore serrato - breakdown dissonanti e taglienti - growl sporco e ruvido, nella classica accezione del deathcore più impavido.
Messo a punto da Stefano Santi al SPVN Studio, Blood.Lies.Idiots.Death. è una riversata al vetriolo che scorre sotto 9 brani per mezz'ora di atmosfere distruttive, sostenute da un comparto sonoro ripugnante, travolgente e pieno di spunti compositivi veraci e per nulla banali. Una stoccata velenosa che porterà con sè tutto - soprattutto quello che non ha un fondale libertario e deciso.
I tre minuti abbondanti di "Dawn Of The Black Season", dopo un iniziale campionamento - una sostenuta liberazione tra riff lucidi e colmi e un lavoro di batteria granitico compongono il biglietto di visita di Blood.Lies.Idiots.Death., che nel brano seguente "15 (Inhaled)" i nostri plasmano e dispongono assalti carnali di riff serrati - blast monolitici trascinati dalla massa vocale nervosa e tombale, intervallata da assoli di chitarra volitivi e lucidi.
Escoriazioni mortali che assumono le sembianza di una accabadora sonora che, attraverso il rumore, non fa sconti a nessuno - un volitivo muro sonoro che in brani come "Puppets" permettono alla combo lombarda di trovarsi al proprio posto e nel ruolo preciso. Una lastra di deathcore massivo - sostenuto da voce pungente ed esiziale, con l'ausilio di riffoni poderosi - blast a cannone.
Un disco che comunque va a distruggere e ricostruire in un certo senso una nuova prospettiva sonora compositiva che permette ai Lacerhate di avvinghiare in un certo senso la propria dimensione tagliente, in un contesto a volte contorto e ripetitivo. Anzi è un lavoro che riesce ad uscire da ripetitività e banalità - tracce come "Gone" ad esempio, è una traccia che nella sua più esposizione cadenzata riesce a coprire sia un filone metalcore che un certo appiglio thrashcore, ricordando sia nelle linee vocali che nella composizione dei riff i Soulfly di "Bleak", per poi evolversi a metà brano in scalpitanti e serrati affondi sonori, composti da blast incalzante e riffoni rognosi da rimanerci secco.
Riuscendo a catturare l'emblema delle malefatte che compongono l'epidermide di questa società i Lacerhate riescono a raccontare la realtà circostante, senza appellativi scontati o parole di altri. Esplicativo e ferale - Blood.Lies.Idiots.Death. è tutto quello che anticonvenzionale e verace l'ascoltatore medio di musica estrema si aspetta di trovare in un disco del genere.
È la chiave di volta della combo lombarda che, riesce a modellarsi addosso il proprio sound - plasmando un trademark che li differenzia da molte realtà.
Ms_Antrophy
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.TRACKLIST.
01 - Dawn Of The Black Season
02 - 15 (Inhaled)
03 - Dirty Flags
04 - Puppets
05 - Icky Drops
06 - Interlude
07 - Gone
08 - Scum Of The Earth (Cliché)
09 - B.L.I.D.
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