Forse, rimane, il caos della forma - il dettaglio non valutato, lo spiraglio di una nuova ricostruzione, la violenza del ricercare una essenziale forma di sana umanità.
Malgrado, dei milanesi Malgrado scuoia viva ogni costruzione fittizia e ne placca una salubre. Nati da una costola dei Council Of Rats, Baratro e La Crisi - il quartetto di Milano sperimenta un nuovo percorso dove si trovano a metà strada - quattro anime che si uniscono e vomitano in faccia tutta la rabbia, tutta la potenza umanistica che possiedono.
Nati in quel circuito che ha dato i natali ai Wretched era impossibile non partire da una coltre punk hardcore, ma i nostri non fanno si che ci si fermi a questa facciata - il loro magma sonoro si alimenta di un processo espressivo che unisce il punk hardcore al post hardcore guidato da massa vocale screamo, che si incuba dentro registri di sludge sofferente e nodoso.
Registrato da Fabio Intraina e Dave Curran - Malgrado è la loro ferita sanguinante, la lancia velenosa verso la realtà circostante. Una matassa sonora che assume le sembianze di una giostra rumorosa - tra assalti alla giugulare e una lenta e fumosa ruota panoramica asfissiante sul solco dell'anima.
Tredici tracce per trenta sette minuti di puro caos invettivo e nenie lancinanti da letto di morte - una vibrante necessità che si bagna di una gestione compositiva che scava nella pelle. Dall'essenziale e tagliente dissonanza di "Scarabeo" - traccia che apre il disco, si muove dentro riffing evanescente e mesto - in cui si viene seppelliti da uno screamo colmo di pathos e frustrazione che, assieme ad un blast fumoso plasmano atmosfere di fiele. Cruda, necrotica colma di suoni stremati e opprimenti "Vanity Fair" è una sassata post hardcore che segue i lineamenti della voce che si fonde alla matassa sonora, come veleno e antidoto. La laconica "Senza Un Braccio" è una coperta di post hardcore compresso dentro affondi neri di blast e riff, come la pece - ansiogeni come il vuoto. La voce - come Caronte - sinfomicamrnte ti accompagna sul ciglio di un buco nero.
Ognuno al proprio destino, ognuno col proprio bagaglio - questo disco è acqua pura in un contesto a volte ostile a volte confuso.
Uno dei dischi più belli e oscuri ascoltati ultimamente.
Ms_Antrophy

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.TRACKLIST.
01 - Scarabeo
02 - Nostalgia Canaglia
03 - Vanity Fair
04 - Seconda Persona
05 - Ci Siamo Tutti Persi
06 - Le Notti Della Leggenda
07 - Senza Un Braccio
08 - Se Lo Dice Karl Sara' Vero
09 - Cerotto
10 - Saudade
11 - Driiin
12 - Per Dopo
13 - A Pezzi

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