Marco e Berardo decidono di incontrarsi e insieme a Matteo, batterista degli Hopeless Sinners, formano nell'agosto del 2008 i The FishGlue, progetto pero' che non ha molta fortuna e dopo soli quattro mesi finisce nel nulla, fagocitato dal grigiume dell'alto Chietino, come se non fosse mai esistito.
Nonostante il brevissimo tempo di attivita', i ragazzi, ispirati alla vecchia musica dei Clash, dei Buzzcocks e dei Bad Religion, "...vogliosi di NON fare quel panc arcor dalle distorsioni brutal death metal..." (frase che preferisco non commentare lasciando ad altri il giudizio) registrano Into The Invisible Punx.
L'album, composto da 7 tracce tutte rigorosamente scritte in inglese, si apre con un intro tutt'altro che entusiasmante e originale ed e' proprio questa scontatezza e leggerezza il motivo che sembra accompagnarlo per intero.
La speranza di poter ascoltare qualcosa di diverso purtroppo va via via scemandosi con il susseguirsi delle tracce, e l'unico sussulto forse e' regalato da "Livin' the costitution", ma e' davvero troppo poco.
I limiti sono troppo evidenti e soli quattro mesi probabilmente non bastano per poter produrre qualcosa di maggior spessore; inoltre la cattiva qualita' della registrazione pesa molto sull'ascolto.
Dispiace che il progetto sia tramontato così presto perche' rimettendosi in gioco e ripartendo dall'esperienza di Into The Invisible Punx avrebbero sicuramente potuto dire la loro.
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