Voi sosterrete che i fascisti ci sono sempre stati, che persino appena dopo la guerra ai fascisti e' stato permesso di rimanere in politica e in servizio di tutte le istituzioni, che ci sono sempre stati partiti fascisti e che molti non hanno smesso di esserlo per generazioni, tanto che a distanza di oltre settant'anni dalla fine della loro guerra ancora viviamo in un paese dove si negano diritti civili agli omosessuali e si ritiene ingiusta una legge inapplicata di repressione del fascismo stesso. Sosterrete questo, ragionevolmente.

Eppure io oggi piu' che dieci anni fa ho timore che l'odio con cui abbiamo annaffiato il nostro terreno abbia nutrito le radici di quei fascisti, rinverdendo i loro arbusti, facendo germogliare piu' di qualche atto criminale e sicuramente facendo sbocciare l'orgoglio di fare schifo.

Tra ragazzini aggrediti, madri minacciate, studenti picchiati e, soprattutto, l'assenso di una parte troppo consistente della popolazione, si e' tolto il velo di vergogna che aleggiava intorno alla figura fascista. Il mero "non sono fascista ma", che inquadrava immediatamente i fascisti, sta rapidamente sparendo dai preamboli alle dichiarazioni di sostegno ai crimini fascisti che sono riapparsi, come quelli di un brutto film degli anni ottanta, per le nostre strade.

Dopo anni, non molti ma molto intensi, di abitudine all'odio, l'odio si e' normalizzato; e' normale odiarsi per come si indossano i pantaloni, per come ci si pettina, per cosa ci si tatua, per cosa si pensa riguardo ad un qualsiasi argomento o peggio personaggio, ci si odia persino per un film o per una medicina. Le opinioni sono diventati dogmi, i discordi nemici, e ogni contrasto e' una guerra santa.

E io, che in questo flusso inevitabilmente vivo, non riesco a mantenere la giusta serenita' per affrontare la situazione, risento dell'esasperazione del tutto dall'esasperazione di ogni cosa. Cosi' io oggi odio, anche se provo a non farlo. Ma odio chi odia, odio chi violenta, odio chi prevarica, chi approfitta, chi fa male capendolo e chi fa male non volendolo capire, e odio chi non prova a porre rimedio, odio i genitori che non sanno fare i genitori e odio i loro figli, che si tratti di individui o istituzioni.

Mi piacerebbe pensare che come per l'invasione di migranti anche questa sia una montatura per terrorizzarmi e fare leva sul mio spirito per una reazione, per tirarmi dentro una guerra (in)civile. Ma basterebbe uno solo dei fatti avvenuti negli ultimi mesi per comprendere che a prescindere dalla quantita' di fascisti dichiarati, l'intero terreno nazionale e' florido e concimato a dovere.

Ed ora non so se sperare in un rinsavimento collettivo o sperare che la situazione collassi e che questi fascisti facciano tutto cio' che minacciano, cosi' da costringere la societa' ad una reazione, cosi' da costringere polizia, magistratura e istituzioni ad intervenire o dichiarare la restaurazione fascista. Ho bisogno di sapere, ho bisogno di avere ragione d'odio o di sopirlo. Voglio che chi aggredisce una madre e i suoi figli fino a rendere loro la vita un inferno per il solo fatto di essere di diversa etnia sia dichiarato nella ragione o nel torto, che sia un eroe o un criminale, perche' cosi', con una citta' che non dice niente, non so se quando verra' il mio momento diventero' io un criminale o un eroe.

In un verso o nell'altro il crimine ripaghera' qualcuno. O tutti. Lo fa sempre, perche' il tempo e' galantuomo, ma il crimine tiene la cassa; il crimine paga sempre i propri debiti, meglio di un Lannister.
Diego Ceretti

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Fonte: Il Crimine Ripaghera' Tutti (di Non Si Sevizia Un Paperino)
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