Trovai il nome della band su youtube e in alcune locandine di concerti su internet, inoltre il cantante del gruppo in cui suonavo all'epoca, i Prostatito, apprezzava molto gli Spaccastronzi e ci sarebbe piaciuto suonare dal vivo insieme, anche perche' piu' o meno eravamo molto vicini come sound, attitudine e approccio nei testi.
Di acqua sotto i ponti, come si suol dire, ne e' passata parecchia da quegli anni; cosi' come dal primo disco degli Spaccastronzi al secondo, di cui vi parlero' nelle righe qui sotto. La band, formatasi a Crema nel 2012, ha infatti realizzato il primo lavoro in studio l'anno successivo e dopo svariati anni e' approdata al secondo full lenght. Nell'Aprile 2020 per le etichette Anfibio Records e Professional Punkers viene pubblicato in formato CD Vol. II - Figli Della Merda.
Sono partito proprio dagli esordi della band e dal primo disco perche' e' evidente gia' nei primi minuti del nuovo disco che la band ha fatto notevoli passi in avanti rispetto al primo lavoro in studio, sia nel songwriting, che nella struttura dei pezzi e nella registrazione. L'album in questione presenta undici tracce, tra cui una cover, "Crema E' La Mia Citta'", dei Subculture Voice.
Il sound proposto dalla band e' sostanzialmente Oi!/street punk, rude e d'impatto, fortemente politicizzato, ma con una vena e un'attitudine fortemente ironica, sarcastica, che rende gli Spaccastronzi non il solito gruppo Oi!
Si parte subito forte: "Morte Al Re" e' davvero un'ottima opener, uno dei pezzi migliori del disco e che mostra un po' tutte le caratteristiche del sound della band, riff semplici ma azzeccati, voce aggressiva, cori incisivi.
Nella successiva "Ancora Belgrado", in cui si sente l'influenza di band di casa nostra come gli storici Erode, viene affrontato il tema del conflitto nei Balcani e la situazione attuale, nel capitalismo piu' imperante. Il brano e' davvero coinvolgente, anche grazie all'ottimo lavoro delle chitarre, questa volta piu' ricercate e con la giusta dose di melodia.
La vena dissacratoria, irriverente e graffiante della band, di cui si diceva prima, viene fortemente alla galla con "Fazio Che Strazio", una sorta di sequel della hit "Grillo Ti Brillo" presente nel disco precedente.
La denuncia della repressione poliziesca e' espressa con forza in "Lacrime Di Daspo", pezzo molto dinamico e coinvolgente, con un ottimo lavoro della sezione ritmica e spazio anche per un assolo di chitarra che chiude alla perfezione il pezzo.
Il culmine dell'album arriva con uno, a mio avviso, dei pezzi migliori del disco: "Radical Shit". In questo pezzo ci sono tutte le caratteristiche e i punti di forza della band lombarda: riff semplici ma efficaci, testo irriverente e sincero, cori potenti, ritornello che rimane impresso gia' dopo un solo ascolto. Presi di mira e aggiungerei giustamente, tutto quel sottobosco di hipster, radical chic, hippie, figli di papa', finti rivoluzionari e quant'altro. "Ti credi intelligente studiando il francese // e' soltanto merda la tua logica borghese // Per noi la politica e' una cosa seria // tutti voi bastardi finirete in Siberia".
Ironia, sarcasmo, ma quando trattano tematiche sociali e politiche gli Spaccastronzi non le mandano certo a dire ed esprimono la loro rabbia contro questo sistema capitalistico ed i suoi apparati. Emblematici in tal senso pezzi come "Verra' Il Giorno" e "Street Attitude". Il primo con un invito ben preciso a lottare, a non essere vittime di questo presente e a combattere per poter conquistare e vivere un futuro diverso. Chitarre cariche di epicità introducono "Street Attitude", riff ben strutturati sugli accordi accompagnati dall'incedere della batteria. Il messaggio e' chiaro, il fascismo non passa e non passera', rispedendo nelle fogne i neofascisti, difesi da sempre dalle forze dell'ordine, con forza e determinazione.
Chiude l'album l'anthem "Figli Della Merda", titletrack e vero e proprio manifesto della band. La band dice chiaramente come la pensa, con la volonta' di non conformarsi a niente e continuare a voler comunicare il loro messaggio senza alcun compromesso: "Noi non vi piaciamo e mai vi piaceremo, figli della merde per sempre resteremo".
Che dire in conclusione? (o forse sarebbe ancora meglio "Che fare?") Il secondo full lenght degli Spaccastronzi e' un ottimo disco, con tanti pezzi molto validi, sinceri e diretti, che coinvolgono sin dai primi ascolti. Street Punk/Oi! di buona fattura, sulla scia di band come Nabat e Colonna Infame, che non stravolge o aggiunge qualcosa al genere, ma che all'interno del calderone dei tanti gruppi esprime sicuramente una certa personalita' e originalita'. Insomma, un grande balzo in avanti rispetto all'album precedente e tanta curiosita' per i prossimi lavori della band.
Sfascia Chitarre

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