Il coraggio di dire no a qualcuno che sta per propinarti l'ennesima falda sociale, quell'inebriante coraggio che ti fa svegliare la mattina per credere che c'e' ancora, tutto sommato qualcosa per cui valga la pena lottare. Fino a che chiunque, in questa cazzo di terra, decide di non sottostare ai dettami di un processo sociale capitalistico, ogni volta che un bambino segue il proprio sogno, ogni volta che un genitore comprende di non dover ostacolare un'ambizione del proprio figlio, ogni volta che sbagliamo e cerchiamo di non proliferare dai nostri errori, potremmo sperimentare che vivere su sta cazzo di terra ha veramente un senso.
Perche' saremo in grado di creare qualcosa di sano che permei nel tempo a patto che abbiamo il coraggio di vivere, di resistere e di lottare seriamente per qualche cosa, non per un cazzo di sopruso dell'era dei social, ma un qualcosa che valga la pena mostrare la faccia. Siamo stanchi di questo atto vile di perculare il prossimo da parte dello Stato, e siamo stanchi di dover vedere gente cadere tramite abusi sociopolitici e di dover essere una fragile marionetta che il politico di turno a piacimento muove ad personam e ad cazzum. L'alba di una seria ripresa sociale iniziera' solo esclusivamente quando inizieremo a vedere una luce, una fiamma nelle nuove generazioni, quando non vedremo mai piu' bambini cadere sotto il peso delle vanita' e dell'egocentrismo di sovranisti del cazzo che giocano alla guerra come al Monopoli, senza contare quante persone fragili ed impotenti ne subiranno le conseguenti carenze e distruzione.
La presa di coscienza e il conseguente dissenso per la societa' capitalista e i suoi dettami alla base del ritorno degli Inganno, realta' di veterani tarantini che hanno scelto il punk hardcore come propria dimensione e spiccata dedizione espressiva. Sin dal principio della plasmazione sonora del loro progetto, in quel lontano 2014, tassello dopo tassello hanno costruito dentro un sound decisamente figlio del lascito del punk hardcore degli anni ottanta. Col coltello tra i denti, assetto infuocato vissuto di pari passo tra le lotte alla sopravvivenza in quel circuito ionico che ha dato i natali a molte realta' prolifiche e che, constantamente, ci mette la faccia contro i soprusi e gli abusi del potere capitalistico, il piombo e le mani sulla citta' di Taranto, mani sporche di sangue e di sogni infranti vengono scoperchiate, sezionate dai testi arrabbiati degli Inganno che a distanza di otto anni tornano con un nuovo lavoro. Scortati a vista da una cospirazione di label diy (Equal Rights, Disastro, D.I.Y. Conspiracy Bari HC, Dischi Rozzi, Peretta-Core, L'Oltraggio Autoproduzioni, Freak Ink Bari, Poison Hearts).
Vite A Meta' pubblicato lo scorso 20 Luglio, registrato all'HC Lab Studio Records di Grottaglie, e' uno spaccato reale e verace di liriche al vetriolo, senza peli sulla lingua distribuite dentro 13 tracce (un intro ed outro) di puro hardcore punk che segue la tradizione della vecchia scuola, a meta' tra il melodic punk hc dei Kina e il punk hc diretto e arrabbiato dei Negazione.
Si parte subito senza tante manfrine con l'"Intro", traccia costruita su riffing al fulmicotone, blast imponente che dentro le liriche furiosamente urlate, con tutto il cuore e la rabbia possibile, si immette e fa da ponte a "Il Mio Tempo", un brano - specchio di questi tempi di cuori stanchi che urlano il proprio odio verso il capitalismo, l'unico vero male del nostro secolo, una traccia costruita su un tappeto sonoro di puro e ben distribuito punk hardcore old school feroce impavido e con il coltello tra i denti, quella precisa unione tra vecchia scuola e rabbia rinnovata.
Vite A Meta' e' un flusso che non lascia prigionieri traccia dopo traccia e' come una scalata sempre piu' profonda sempre piu' ferocemente giusta, sempre piu' verace, nitidamente percettibile dentro ad esempi come "Ritrovarsi", dove le liriche viaggiano all'unisono all'irriverente doppia cassa e al riffing scattante, dove refrain invasivi si incontrano con momenti corali, ritrovarsi e' uno spaccato romantico del punk hardcore nella sua accezione classica, dove la rabbia comune viaggia alla pari alla costruzione sonora. Come la tracklist "Vite A Meta'", traccia che poggia su blast opprimente e riffing tagliagola guidato da voce in corale che avvolge l'ascolto in ogni sua parte. Menzione doverosa anche per l'"Outro", dove riffing lento e ciondolante tocca le vette dello sludge piu' emotivo, la massa vocale trova le sue note piu' scure e crude, e' un pugno nello stomaco che orienta l'ascoltatore verso una sincera e pura liberta' d'espressione e di verace riflessione.
Dischi del genere sono oro per il nostro circuito underground, perche' uniscono un pensiero comune al punk hardcore che da sempre si mostra vicino alle tematiche percorse nel disco, e da sempre "cerca" di non vittimizzarsi mai alle regole dell'establishment e della logiche del cazzo del mercato discografico.
Ritorni che fanno molto rumore... E meno male...
...Rabbia sempre piu' accesa
la mia rabbia
contro questa societa' capitalista
il mio tempo e' di nessuno
il nostro tempo e' di nessuno
credere ancora che tutto
abbia un senso
vivere senza alcun compromesso...

Ms_Antrophy

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