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Sniffate, sniffate, coca, coca, piste lunghissssssssimeeeeeeeeeee, colori, svarioni, flash atomici, troie, puttane, drogati... Tossicidimmerdaaaaa!
Tre giorni senza dormire (pare sia storia vera, chissa' chissa', bha).
Videoclippettaro geniaccio, il regista svedese Jonas Akerlund (lo stesso che ha diretto Smack my bitch up dei Prodigy e non solo...pare abbia lavorato anche con Madonna e U2) narra in un racconto senza nemmeno chissa' quale fantasiosa trama, la discesa agli inferi "flashati e flippati" con gli occhi di uno strafattissmo trentenne.
Immagini velocissime, inquadrature minuziosamente dettagliate, stacchi, brusche fermate. Speeeeeeeeeeed velocissimi trip. La storia di Ross e dei suoi amici, di un voluto viaggio in mondi psichedelici accompagnati da "the cook", il cuoco (Mickey Rourke) creatore della droga preferita da Ross, le metanfetamine.
Ohhh e per piacere! Di cosa vi lamentate eh? Si ok, non c'e' una trama in questo film e allora? La tua vita ne ha una? Esiste una trama nella tua realta'? Come...? No? Bene, allora ci siamo. Questo e' Gummo.
Finalmente qualcosa che divide nettamente le opinioni, o bianco o nero, direi che e' perfetto, no? Basta e avanza. Il fatto che non vi sia una trama non vuol per forza dire che manca in contenuti, anzi.
Ignoranza, inconsapevolezza e struggente poesia si mescolano in Gummo e ne danno un aspetto coerentissimo a dispetto della narrazione non sempre lineare. E' un film che incarna un qualcosa che e' insito nella nostra epoca nonostante non sia ben definito...nichilismo, dolcezza, crudelta', violenza...chi ha detto che un film debba essere per forza un bluff? Alla fine Gummo e' piu' reale di quanto possiate immaginare.
Siamo in una provincia soffocante dove oppressione, depressione e miseria morale ti vanno di traverso come un boccone difficile da ingoiare...eccoci qui, Korine scarabocchia la sua pellicola, ne da i contenuti, abbozza personaggi difficili da definire visivamente...hey un coniglio!...oddio e' un coniglio dalle sembianze umane!
Begotten e' un mattone, un mattone indigeribile. E' blasfemia allo stato puro, ma e' anche il tentativo di metterti davanti a degli eventi a cui solo tu puoi dare una spiegazione...si, se ne trovi una...
Weird, si parla di weird. Finalmente un genere cinematografico la cui attribuzione e' strettamente soggettiva, si' perche' qui sei tu che "ti fai il film" sei tu che decidi cosa sia veritiero, cosa sia bizzarro o astratto...Il regista ti mette davanti la sua pellicola, coraggio...siediti...osserva...lascia che le immagini entrino nel tuo cervello, lascia che si facciano strada e adesso interpretale, da solo...se ti riesce.
Begotten e' il primo lungometraggio di E. Elias Merhige (regista di L'Ombra Del Vampiro e Suspect Zero).
E' una follia, un bianco e nero volutamente ricreato, graffiato, invecchiato per meglio annebbiare la vista e confondere le immagini, un inquietante effetto che per essere ricostruito ha necessitato di ben 8 mesi di lavoro (ci sono volute dalle 8 alle 10 ore per filtrare un solo minuto di film...pazzia, pura pazzia).
Oh si'! Mal di testa. Convulsioni...ti fai prendere, per forza, ci entri dentro. Bel film visionario di Darren Aronofsky...storia allucinante, delirante, angosciante con un ottimo montaggio associato a un tipo di musica elettronica per il quale la condizione ideale richiede nell'ascoltatore una buona dose di paranoica schizofrenia...bello il filtro in bianco e nero, che rende a meraviglia l'incubo metropolitano e ti risucchia in un vortice claustrofobico con movimenti di macchina (a spalla) convulsi e nervosi che ben rendono gli stati d'animo alterati del protagonista...gia', il protagonista...intrappolato fra due fuochi, razionale e irrazionale il dio denaro (Wall Street) e il Dio ebraico ortodosso (Jahve').
Maximillian Cohen (Sean Gullette) e' un uomo solitario che vive la sua vita intrappolato nel suo alter ego. Dopo aver avuto un incidente da piccolo (aver fissato il sole), soffre di continue e violente emicranie che lo hanno portato alla reclusione nel suo appartamento allestito a laboratorio, dove studia con angoscia "la vita in equazione matematica".
Matematico, schizofrenico, geniale, vive ossessionato dalle formule algebriche, tutto e' per lui matematicamente spiegabile, il razionale, l'irrazionale, la vita.
"Accomodatevi, avanti avanti signori, prego...c'e' posto...Prego, da questa parte, si' anche lei, e' italiano, lei vero?....uh...Io?? Hey Jonnhyyyyyy ciao bello!...Miiiiii che c'e' stasera un raduno? Charlie, vecchio Charlie...C'e' anche Teresa...Ci siamo tutti....Zio, hey zio...Che piacere rivederti...Prego prego...Tony...."Martin perche' siamo qui, che ci devi raccontare?"...Guardate fuori...questa e' la Grande Mela...guardate, sta passando la processione e dietro l'angolo un disgraziato si fa di eroina; non c'e' piu' rispetto manco per la Santissima....Zio, non gliela devi dare qualla roba a sta gente, e' tagliata male, cosi' muoiono troppo in fretta, te l'ho gia' detto...cosi' finiremo all'inferno zio, e noi non ci vogliamo andare all'inferno....vero?..."Il bruciore di un fiammifero acceso moltiplicato un milione di volte, infinito. Non si scherza mica con l'infinito"...nnnn'e' vero zio??"
New York, Little Italy, primi anni 70...Charlie, un ragazzo sottomesso dal suo stesso alter ego, cresciuto con un profondo quanto disturbato attaccamento verso la dottrina cattolica, trascorre le sue giornate cercando di "diventare qualcuno" aggrappandosi ai calzoni dello zio mafioso.
"Voglio uscire dal mio mondo felice, calarmi nella profondita' della stupidita' umana, nella bruttezza dell'essere ottuso, sleale e falso. Comprendere la vita dei perdenti, sapendo di poter tornare indietro, indietro con te"...tatatATATAAAA!!!!
Avvio veloce, riff martellante...il film prende forma, come una canzone punk che ti entra nel cervello e inizia a "graffiare"...introduzione di pochi minuti e Koen Mortier, il regista di Ex Drummer, (dall'omonimo romanzo di Herman Brusselmans) ti schiaffa addosso come un vero e proprio cazzotto nello stomaco tutte le sensazioni che intende farti provare: sesso, violenza, rabbia, eccessi paranoici e disturbanti, dove la follia dei protagonisti e' la peculiarita' che contraddistingue la normalita'.
Quattro giovani punk, abbastanza lerci, sono i protagonisti del film di cui vi sto per parlare. Cosa condividono? Diverse cose: dal nome, si chiamano tutti Antonio, allo stile di vita, appunto quello punk, e il posto dove vivono, un paese abruzzese di nome Montesilvano. Tutto questo nel 1991. Gli Antoni trascorrono le loro giornate nel tentativo di rompere la monotonia che impera nel paese, come ad esempio diffondere una loro fanzine e cercare di portare caos dove possono, incluse feste organizzate da borghesi locali.
Ma un momento, quello dell'abbandono della terra natia, arriva a stravolgere il susseguirsi dei giorni e cosi' uno dei quattro ragazzi, Anto' lu pork, decide lasciare Montesilvano per approdare nella piu' underground Bologna, idealizzata come terra promessa. Che dire? Nulla ovviamente sara' come lui aveva sognato, basteranno poche settimane per fargli tornare quel senso di inadeguatezza e, per di piu', una gamba rotta a causa di un incidente sul lavoro.
Immaginiamo di avere un grande pentolone al cui interno risiedono degli ingredienti un po' particolari: Ronald Reagan e la sua politica conservatrice e liberticida, disco music e gruppi rock attenti alla pendenza dell'acconciatura o ai pantaloni piu' o meno attillati, la decisione di non sentirsi piu' in dovere di ascoltare icone musicali come Beatles o Doors, produzioni musicali finalizzate solo al consumo e mille altri motivi di altre migliaia di giovani americani fortemente incazzati.
Ah gia', cosa ne esce? L'Hardcore Punk.
Mi appresto infatti a parlarvi di American Hardcore, documentario musicale diretto da Paul Rachman, uscito nel 2006 e basato sul libro American Hardcore: A Tribal History scritto da Steven Blush. Piu' di un'ora e mezza e' il tempo dedicato alla nascita dell'hardcore a stelle e strisce ed alla sua evoluzione nell'arco di tempo 1979-1986, ovvero il periodo aureo della tanta decantata scena americana. Il documentario offre spessissimo sprazzi di concerti dal vivo (registrati dallo stesso Rachman) e, quasi all'inizio, abbiamo gia' la fortuna di sentire qualche strofa di "Rise Above" dei Black Flag, tanto per entrare dall'ingresso principale nell'atmosfera giusta.
BelliCosi - [2009] Live CSA Murazzi
01 - Gli Anni Migliori
02 - Il Cacciatore
03 - Studio Sport
04 - Luce
05 - Millennio
06 - Io Non Sono Come Voi (Distruttore Cover)
07 - Anti
08 - Do Do Do Do Do
09 - Ta
10 - Einstein
11 - Today
12 - Questa E' La Mia Pelle
13 - Uomini Veri
14 - Il Mondo All'Ingiu'
Cani! Bastardi! Figli di puttana! Bestie!
Sono i piccoli gesti a fare la storia, non i grandi piani e le grandi macchinazioni; e' la decisione di prendere a bastonate un altro uomo, un proprio simile, per un qualsiasi motivo, a cambiare il corso degli eventi. E' tutto qui, da sempre. Prima c'erano le clave, ora c'e' il manganello Tonfa di fabbricazione americana. Tutto cio' che ci sta dietro viene dopo ed ha una responsabilita' diversa; chi comanda e da gli ordini, le belle chiacchiere per motivare quel che si vuole fare o si e' fatto, la politica, gli ideali e le divise non sarebbero sufficienti se non ci fossero degli uomini disposti a massacrare altri uomini. E' tutto in quella semplice decisione.
Questo G8 2001 - Fare Un Golpe E Farla Franca e' l'ultima fatica di Beppe Cremagnani ed Enrico Deaglio, di cui ho gia' recensito Quando C'Era Silvio e Uccidete La Democrazia, mentre non ho avuto modo di parlare di Gli Imbroglioni e L'Ultima Crociata, usciti poco dopo. Il documentario crea un quadro chiaro, postumo (finalmente?) e preciso dei fatti di Genova 2001, portandoci all'interno di una tragica spirale negativa che comincia con gli allarmismi dei giorni precedenti il G8 e poi, poco a poco, si inoltra sempre di piu' nello scenario drammatico che tutti abbiamo visto.
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